L’abisso di Chicago

Anni fa guardavo le rovine del mondo, delle dittature, delle nazioni inaridite, e mi sono detto: “Che cosa posso fare? Io, solo, vecchio e debole. Che cosa? Ricostruire su questa devastazione? Ah!”. Ma mentre giacevo mezzo addormentato, una notte, mi ritornò alla mente un vecchio motivo. Due sorelle che si chiamavano Duncan cantavano una canzone della mia infanzia, intitolata Ricordare. Diceva: “Tutto ciò che faccio è ricordare, caro, così cerca di ricordare anche tu!”. Cantavo quella canzone, ma non era più una canzone, era un modo di vivere. Che cosa avevo da offrire a un mondo che stava dimenticando? I miei ricordi. A che cosa potevano servire? A permettere un confronto. A dire ai giovani “com'era una volta”, a fargli sapere quanto avevano perduto. Scoprii che più ricordavo, più riuscivo a ricordare. Secondo con chi mi trovavo ricordavo i fiori artificiali, i quadranti dei telefoni, i frigoriferi, le mollette per biciclette, no, non le biciclette, ma le mollette che si mettevano per andare in bicicletta. Non era strano? E i centrini di pizzo per coprire le spalliere delle poltrone. Li avete mai visti? No, non importa. Una volta, un uomo mi chiese di ricordargli il cruscotto di una Cadillac. Glielo descrissi nei minimi particolari. Aveva la faccia inondata di lacrime. Lacrime di gioia o di nostalgia? Non saprei. Io so solo ricordare. Non brani letterari. No, non ho mai avuto la memoria adatta a ricordare drammi o poesie. In realtà io non sono altro che un mucchio di rifiuti dove si accumulano i resti rutilanti e vani di una civiltà che è precipitata in un baratro. Quindi posso solo offrire luccicante orpello,oggetti inutili e assurdi che escono da un fiume infinito di robot e di fanatici padroni di robot. Sì, in un modo o nell'altro la civiltà dovrà ritrovare la sua strada. 

Ray Bradbury, L’abisso di Chicago, (traduzione di Beata della Frattina) [ed.ne or.le: To the Chicago abyss, 1964], raccolto in:  AA. VV., Quando crollano le metropoli, (a cura di Carlo Fruttero & Franco Lucentini), Arnoldo Mondadori ed.re, 1977; p. 44.


Commenti

Etichette

Mostra di più