Herschel Grynszpan

“Nel novembre 1938 un giovane profugo polacco ebreo, Herschel Grynszpan, assassinò il terzo segretario dell'ambasciata tedesca a Parigi, Ernst von Rath. Per rappresaglia, i nazisti aggredirono gli ebrei in Germania e incendiarono le loro sinagoghe; il Reich impose loro un'ammenda di un miliardo di marchi, li escluse dalle scuole medie e dalle università e proibì loro di andare a teatro o ai concerti o anche soltanto di guidare l'automobile. Gli americani rimasero disgustati da questo nuovo pogrom. Roosevelt richiamò l'ambasciatore statunitense da Berlino per consultazioni e disse a una conferenza stampa: «Non avrei mai creduto che cose simili potessero accadere nel XX secolo». In una trasmissione radiofonica nazionale, Herbert Hoover [predecessore di F.D. Rooseelt alla casa Bianca], Harold Ickes [Segretario degli Interni] ed esponenti delle varie confessioni religiose espressero il loro orrore. Per sfuggire al terrore hitleriano, una nuova fiumana di ebrei e vittime del fascismo entrò negli Stati Uniti. Durante il decennio vi trovarono rifugio esuli tedeschi e austriaci come Albert Einstein, i compositori Paul Hindemith e Kurt Weil, il celebre architetto del Bauhaus Walter Gropius, il pittore espressionista Georg Grosz, e i romanzieri Thomas Mann e Lion Feuchtwanger. Eppure, persino un senatore come Elmer Thomas, considerato un portatore della causa ebraica al Congresso, si oppone a una modifica del sistema delle quote d'immigrazione per dare asilo a un maggior numero di rifugiati. Robert Wood, presidente della Sears & Roebuck [grande azienda di vendita per corrispondenza e catena di grandi magazzini], scrisse al senatore Borah: «Spero che la nostra naturale compassione per le sventure degli ebrei in Germania ed in Austria non ci porti ad allentare neanche per un momento le nostre leggi sull'immigrazione». Borah, da parte sua, era contrario ad agevolare l'immigrazione quando c'erano milioni di disoccupati negli Stati Uniti. Per ogni profugo che venne in questo paese, molti di più, che pure avrebbero potuto essere salvati, perirono nei campi di sterminio di Hitler.”

William E. Leuchtenburg, Roosevelt e il New Deal, 1932-40, (traduzione di Alberto Aquarone) Laterza, 1968; p. 264.

[Edizione originale: Franklin D. Roosevelt and the New Deal, 1932-40, Harper & Row, New York, 1963]

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