Debre Libanos

TRA IL 21 E IL 29 MAGGIO 1937 A DEBRE LIBANOS TRUPPE COLONIALI FASCISTE COMANDATE DAL GENERALE MALETTI UCCISERO TRA I 1500 E I 2000 COPTI, IL PEGGIOR ECCIDIO DI RELIGIOSI CRISTIANI IN AFRICA 

Quando Mussolini il 9 maggio 1936 proclamava “l’Italia ha finalmente il suo impero”, celebrando la vittoria in Etiopia, la guerra era ben lontana dalla fine. L’Esercito Regio era sì entrato ad Addis Abeba, ma circa due terzi del paese erano ancora sotto controllo di elementi fedeli al Negus. Elementi che il generale Graziani, nel corso della campagna di “pacificazione”, trattò non come un esercito regolare di un paese in guerra ma come ribelli che non volevano piegarsi alle autorità coloniali. Insomma vennero passati rigorosamente per le armi. In nove mesi di vicereame Graziani replicava nel corno d’Africa i crimini di guerra già commessi in Libia tanto sui combattenti che sui civili. Per stroncare queste violenze e per dare un segnale di resistenza due giovani, Abraham Debotch e Mogus Asghedom, decisero di ucciderlo. Il 17 febbraio 1937, durante una cerimonia per celebrare la nascita del primogenito di Umberto di Savoia alla quale erano presenti le autorità coloniali italiane, elusero la sorveglianza e lanciarono alcune bombe a mano nel corso del ricevimento. Graziani rimase ferito insieme ad altri “papaveri”, mentre sette persone rimasero uccise. Seguirono tre giorni di feroci rappresaglie durante le quali furono uccise almeno mille persone e altre quattromila vennero internate. Ma la vendetta di Graziani era solo agli esordi. Dopo aver continuato nella fucilazione sommaria di civili e punito la vecchia aristocrazia amhara, il viceré rivolse lo sguardo alla chiesa copta. Inviò il generale Maletti nella zona del Mans dove per intere settimane seminò il terrore: dopo aver incendiato, saccheggiato e ucciso centinaia di civili, il generale il 19 maggio circondava il monastero di Debre Libanos. Qui usando le sue parole testuali inviava “1500 uomini armati di pugnale, di lance e di vecchi fucili, agili come scimmie, liberi da ogni vincolo formale tattico e guidati dal loro istinto infallibile” a catturare tutti i monaci, preti, diaconi, suore copti presenti. I 1500 di Maletti erano ascari libici e somali che due giorni dopo avrebbero iniziato la mattanza. Graziani, infatti, in un telegramma, sostenendo la correità della Chiesa copta nell’organizzare l’attentato alla sua persona, ordinava di passare per le armi i monaci. Nella piana di Laga Wolde e a Engecha vennero uccisi e sepolti in burroni e fosse tra i 1500 e i 2000 cristiani. Mai così tanti religiosi erano stati uccisi in un singolo eccidio in Africa. A lungo Graziani si vantò di tale repressione sostenendo “è sempre stato di giusto orgoglio per me aver avuto la forza d’animo di applicare un provvedimento che fece tremare le viscere di tutto il clero”. 

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