Lo specchio

Non ci terrei ad essere ricordata per una bellezza da capogiro, nemmeno se ce l'avessi davvero. Forse è una bugia che mi racconto, lo so.
Forse c'è stato un momento in cui l’ ho desiderata tanto e l'ho sfiorata solo per pochissimi anni. Forse lo sono stata, bellissima, e qualcuno non me lo ha detto. Di sicuro non inquieto sogni segreti o turbo gli equilibri di qualcuno, per il mio aspetto esteriore. Ma io preferisco una semplice reazione di gradevolezza, negli occhi di chi mi guarda, così, per caso, per sbaglio o per scelta. Uno sguardo pulito, addosso, la curiosità per un mio gesto, il contagio della mia risata che sa muovere altri sorrisi e fa magia improvvisa.
Ho gli occhi e la bocca al loro posto. E il mio naso sente persino profumi che neanche esistono. I cinque sensi funzionano bene anche se il sesto mi avvisa sempre troppo in ritardo e sta perdendo colpi.Uso pochissimo trucco, solo per sentirmi meglio e soprattutto quando mi concedo una tregua dal farmi guerra per le mie tremila giuste cause, la metà delle quali me le invento io. Una riga color cielo sereno sulle mie palpebre sognanti mi sta sempre bene.
Il lucidalabbra color ciliegia lo mangio tre minuti dopo averlo messo perché mi fa sentire pesante la bocca. Potrei fare molto di più, con ombretti e rossetti. Il punto è che non voglio. Mi piace che la gente mi riconosca per quella che sono davvero. Per come sono quando stendo i panni, cucino, metto a posto la spesa o bevo il caffè con addosso il pigiama color carota.
Con la pelle chiara e le lentiggini insolenti. I capelli che si concedono il lusso di una coda semplice o di uno chignon strampalato. Ho unghie senza fronzoli che si prestano ad affondare bene nella pasta frolla o nella creta.
Non sopporto la delusione di chi mi vede proprio il giorno in cui non ho avuto tempo o voglia di mettermi allo specchio e di impegnarmi un po’.
Lo specchio non è come la mia migliore amica che mi spalma di miele le parole, prima di mostrarmi un mio difetto. È spietato e crudo.
Forse lo dico per rabbia e perché mi sento ingrata a sperare ancora di poter essere un “pochino di più”.
Mi tengo le mie forme morbide.
Il mio bel sorriso.
E insomma, mi accontento.
Forse è perché solo quando scrivo che voglio essere davvero uno schianto.

— Wanda Lamonica

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