Democrazia avvilita e avvilente

L'Italia è senz’altro uno dei paesi più bizzarri al mondo. 
(…) A proposito di costi rilevanti, nel 2019 la Camera, il Senato e il Governo, sono costati ben 2miliardi 286 milioni di cui quasi 534 milioni per l'esecutivo e circa 1 miliardo e oltre 600milioni di euro tra Camera e Senato. Svetta su tutti la camera con il suo Miliardo e oltre 100milioni, circa 500 milioni invece il Senato.

Non finisce qui. Secondo un'analisi della Uil sono circa 1,3 milioni le persone che vivono direttamente, o indirettamente, di politica. Ogni anno i costi diretti e indiretti, di questo buco nero ammontano a circa 18,3 miliardi di euro, a cui occorre aggiungere i costi derivanti da un “sovrabbondante” sistema istituzionale quantificabili in circa 6,4 miliardi. Totale 24,7 miliardi.

Un cifra FOLLE se la consideriamo in relazione a quanto viene investito per la galassia indigenti costituita da 2milioni 797mila percettori di reddito di cittadinanza su cui lo Stato Italiano ha investito nel 2019 la bella cifra contestatissima di 6miliardi e mezzo. Dunque la galassia politica con meno della metà di individui rispetto all'universo dei poveri, vale quasi 12 volte di più.

E’ un dato di fatto che oggi si possano letteralmente “regalare” stipendi stellari, rimborsi d'ogni sorta e vitalizi a pochi eletti ma basta voltarsi dall'altra parte per osservare uno scenario totalmente diverso in cui effettivamente si muore di fame. L'Italia è innegabilmente suddivisa in caste privilegiate secondo una struttura piramidale spacciata per buona, che invece nulla a che vedere col senso di equità intrinseco alla società democratica.

(…) A questo punto, è necessario citare la Costituzione della Repubblica nello specifico gli art 4 e 36, i quali si pronunciano come segue.
Art 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art 36: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

Possiamo constatare amaramente che nessuno dei principi elaborati negli articoli esposti, si pone attualmente all'attenzione delle istituzioni se non in forma retorica e astratta, riservata alla dimensione di un dibattito sterile a cui segue pressoché il nulla sul piano reale. Esattamente secondo questa logica, è inutile investire risorse tese a sostentare le vittime di uno stato costruito su una costituzione disattesa più d’ una volta.

(…) Questo preciso contesto storico impone ricondurre con autorevolezza la classe dirigente nell'alveo del rispetto delle istituzioni. E’ ormai intollerabile la presuntuosa autoproclamazione del giusto, al di sopra delle necessità dei cittadini che il parlamento pretende di rappresentare. Oggi la consistenza storico- morale della Costituzione, vivificata con epica enfasi nelle manifestazioni che onorificano la Repubblica, è scivolata in un limbo amnesico e sconosciuto ai più.

(…) cinque parlamentari, di cui non si conosce l'identità che presumibilmente resterà segreta, nonostante compensi stellari per l'operato di cui nulla sappiamo, accedono a forme di sussidio indirizzate ad alleviare le difficoltà perniciose che, a causa della pandemia, hanno colpito i deboli. Esiste qualcosa di più ignobile? Con quale diritto quindi chi vive nella dimensione inalienabile del privilegio che scaccia rabbiosamente i reietti, si eleva a giudice della povertà altrui. Può un individuo tanto immorale da approfittare delle istituzioni per i propri porci comodi, svolgere il ruolo di rappresentante del popolo a cui sottrae risorse necessarie in un momento di maligna difficoltà?
LA MIA RISPOSTA E’ NO.

(…) Il risultato… di un’ ingordigia tanto spudorata, è la società sfaldata, impietosa e miserabile che esilia gli affamati da mense imbandite per cene luculliane e in quanto tale contraria agli insegnamenti cristiani di cui tanto ci si riempie la bocca mentre si fomenta la guerra tra poveri.

(Gioacchino Musumeci )

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