L'Agnese va a morire

 Si volevano bene: adesso lei non aveva più nessuno, e parlavano della fine della guerra, di quando si sarebbero sposati. Poi una volta Tom disse che era meglio sposarsi subito, in brigata si poteva fare, il Comandante era come un ufficiale di stato civile.

Si sposarono una sera che un aereo inondava la valle di bengala. Pareva che volesse illuminare la cerimonia. Ma tutti dovettero mettersi a terra e stare immobili in quella luce; era pericoloso farsi vedere in tanti, potevano prenderli per tedeschi. Poi l'aereo se ne andò, rimase il buio, più buio dopo tanto bianco. - Forza! - disse Clinto. - Sta’ in gamba, Rina, che tu non sposi un altro. - Attenti! - comandò Gim. In mezzo al quadrato dei partigiani disarmati, sull'attenti, c'erano Tom e la Rina, muti e commossi come in chiesa. Ma era una notte scura, non si vedevano che macchie nere, e una macchia più chiara, il vestito di lei. Il Comandante disse, con la sua voce quieta: - Voi tutti siete testimoni che quest'uomo che noi chiamiamo Tom vuole sposare questa donna che noi chiamiamo Rina. Tom, la vuoi sposare? - Si, - rispose Tom. La voce riprese: - Voi tutti siete testimoni che la Rina vuole sposare Tom. Rina, lo vuoi sposare? - E anche lei rispose: - Si. - Allora, - disse il Comandante, - in nome del governo libero che qui io rappresento, vi dichiaro uniti in matrimonio. Buona fortuna, ragazzi. - Riposo, - comandò Gim. E si udì lo scalpiccio dei piedi che si muovevano. - Bello, - commentò il Cino. - Ma potevate sposarvi di giorno. Siamo testimoni, e non abbiamo visto niente.

Versavano il vino levando in alto il bicchiere per distinguere quando era pieno. Ridevano e dicevano delle frasi, qualcuna un po’ ardita. Clinto domandò: - E l'Agnese? Non c'è? Non si vede la vestaglia dell'Agnese! - Sono qui, rispose lei. Era una grossa cosa bruna, confusa coll'ombra. Per fare onore agli sposi, s'era tolta la vestaglia e aveva indossato il suo logoro vecchio vestito di casa. “

Renata Viganò, L'Agnese va a morire, Einaudi (collana Nuovi Coralli, n° 23), 1976⁴; pp. 88-89.

[Prima edizione: Einaudi, 1949]


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