Oro blu

2020, l’anno in cui l’acqua è diventata una speculazione finanziaria (...) il mondo, oggi, ci dice che l’acqua è una commodity come l’oro. Oro blu. Di più, che è una commodity sempre più scarsa, come il petrolio. E che più passa il tempo più lo diventerà. (...) Se tutto questo è vero di che ci stupiamo, allora, se l’acqua viene quotata in borsa. Se il 2020 ci consegna in dono pure la compravendita dell’acqua sulle piazze finanziarie. Se dalla fine di quest’anno si potranno emettere dei future sull’acqua da irrigazione e sull’acqua potabile. Se si potranno, in altre parole, stipulare dei contratti oggi che scommettano sul valore dell’acqua domani. Se, per farla breve, si potrà speculare sull’acqua come oggi si specula sull’oro e sul petrolio. Del resto, sempre stando ai dati dell’Onu, nel giro di trent’anni la domanda d’acqua sarà più che raddoppiata rispetto ad oggi. Comprare dell’acqua oggi e rivenderla tra un po’ potrebbe essere un ottimo affare. (...) Peccato che giusto dieci anni fa le Nazioni Unite abbiano incluso l’accesso all’acqua tra i diritti universali e fondamentali. Che la storia economica è piena di speculazioni finite male, e che speculare sull’unico bene – insieme all’aria -senza il quale non esiste sopravvivenza umana sembra essere un azzardo uscito da un pessimo romanzo di fantascienza distopica. Mentre celebriamo il decennale degli accordi di Parigi, sul clima, mentre gli Stati Uniti cercano di rientrarvi dopo lo strappo di Donald Trump, mentre i ventisette Paesi dell’Unione Europea decidono un ulteriore e drastico taglio delle emissioni di Co2, forse servirebbe che qualcuno si accorga di porre un argine alla finanziazzazione di un diritto che noi stessi abbiamo definito come universale.  Il 2020 ci ha abituato a tutte le follie, ma non potrebbe finire con la peggiore delle follie.  

di Francesco Cancellato

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