La Sibilla

A Roma le notizie non sono buone. Lussu le racconta del tradimento dei capi dell’esercito e del rifiuto di dare le armi al popolo per difendersi. Lui è stato a porta San Paolo, dove, insieme a Longo, Vassalli, Buozzi, Amendola e Pertini, si è tentato di opporsi ai tedeschi radunando civili arrivati spontaneamente e armati alla buona e un manipolo di soldati rimasti allo sbando dopo la fuga del re, del governo e dei capi militari. Sono state fatte barricate con tram rovesciati, si è combattuto ma alla fine i tedeschi, superiori per forze e numeri, hanno avuto la meglio: sono morti molti civili (si conteranno quattrocento caduti tra i civili, di cui quarantatré donne), tra loro Raffaele Persichetti, un professore di storia dell’arte al liceo Visconti, che sarà medaglia d’oro al valor militare per la resistenza. La battaglia di porta San Paolo è considerata il primo atto della resistenza italiana ed è emblematica del momento, con la viltà del re e di Badoglio, le divisioni all’interno dell’esercito, l’eroismo della popolazione che sceglie di battersi contro il nemico, i capi dell’antifascismo politico che si uniscono per costituire un fronte comune di lotta e resistenza.

Sulla mancata difesa di Roma da parte dell’esercito e del governo, Emilio scriverà il suo ultimo libro, poi uscito postumo. 

Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, Laterza (collana I Robinson / Letture), 2022¹; p. 116.


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