La città di notte

Io sono stato quel che sono stato
sogni ho costruito senza fondamenta
comete e chimere inseguendo in cielo
e magro trofeo, le lor code
fra le mie mani ho conservato.

Sul piatto mare delle illusioni,
spinto dagli alisei
preceduto da frotte di delfini giocolieri,
da solo ho a lungo navigato.

I giorni si sono susseguiti alle notti
le notti ai giorni,
nel cangiare del tempo
e delle varie sue stagioni.

Beffarda ancora m’è parsa una chimera,
ormai purtroppo sì, siamo alla fine
di questo lungo e assurdo giorno
che han voluto chiamar vita,
meglio è non pensarci,
ma inesorabile s’approssima ormai,
una lunga eterna sera.

Tino Signorini

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