Quando l’uomo ha perso la sua ragione?
Lì ... da qualche parte, in una qualche regione, non ancora ben identificata dell'Asia o dell'Africa, in una datazione incerta che va a cavallo tra i 500.000 e i 200.000 mila anni fa nacque e si sviluppò, una qualche forma primitiva di linguaggio.
La nascita di quel linguaggio primitivo, permise all’uomo di iniziare ad apprendere non più solo per imitazione ed attraverso l’esperienza ma, attraverso una rudimentale forma di comunicazione.
Fu d’allóra, nella profondità di un tempo distante da noi, seppur incerto, che progressivamente la struttura anatomica umana iniziò ad evolversi. L'uomo iniziò a sviluppare e ad evolvere un linguaggio che nel tempo divenne sempre più articolato e complesso.
Da quella stessa complessità iniziarono a nascere tutti gli elementi di base che contraddistinsero la cultura e la comunicazione.
L'uomo iniziava a creare ed ampliare il suo bagaglio culturale e lo faceva anche attraverso quella primitiva forma verbale.
L'uomo, in qualche modo, non si esprimeva più solo attraverso l’arte delle incisioni rupestri o attraverso cupi ed incomprensibili suoni, ma iniziava a dare voce alle idee, ai suoi pensieri ed iniziava a costruire fatti e concetti.
L'uomo iniziava ad esprimere sé stesso.
Le sue prime parole poterono chiarire le prime relazioni, cooperazioni, ma portarono anche le prime incomprensioni, i primi scontri, le prime affermazioni di potere che, nel tempo, gli sarebbero costate parte della sua essenza animica.
L'uomo, dalle sue origini ad oggi, anche grazie allo sviluppo comunicativo verbale, ha vantato sì, un salto evolutivo che lo ha condotto a trasformare migliorando se stesso ma, è anche passato da una forma di semplicità esistenziale perfettamente in equilibrio con l’universo e con se stesso, ad uno sviluppo socio-tecnologico ed ideologico aggressivo, egoico e totalmente disarmonico.
Un progresso rilevante che, anziché utilizzarne l’enorme potenziale verso un generale benessere tanto fisico quanto animico, tanto individuale quanto comune, lo ha condotto nel buio campo di cecità egoica fatta di fragilità, paure ed incertezze incontrollate e spesso patologiche ed in costante guerra contro se stesso e contro qualunque cosa esiste.
Lo ha condotto nel credo: dividere e comandare.
Ma quando, l'uomo ha iniziato a confondere la conoscenza, la consapevolezza, con l'egoicità, il potere e la violenza? Quando l'uomo ha perso la ragione, soffocando il suo reale potenziale, per dare spazio ad un’alterata versione di Sè?
Quando l’uomo ha perso la sua ragione?
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