I reietti dell’altro pianeta
La sofferenza è la condizione a cui viviamo.E quando arriva, la riconosciamo. La riconosciamo come la verità. E, certamente, è giusto curare le malattie, prevenire la fame e l’ingiustizia, come fa l’organismo sociale. Ma nessuna società può cambiare la natura dell’esistenza. Non possiamo prevenire la sofferenza. Questo dolore qui e quel dolore là, certo, ma non il Dolore. Una società può alleviare soltanto la sofferenza sociale, la sofferenza innecessaria. Ma rimane il resto. La radice, la realtà. Tutti noi qui presenti conosceremo il dolore per cinquant’anni. E alla fine moriremo. Questa è la condizione a cui siamo nati. E io ho paura della vita! Ci sono dei momenti in cui io… ne ho molta paura. E la felicità sembra banale. E tuttavia mi chiedo se non sia tutto un malinteso: questo rincorrere la felicità, questa paura del dolore… Se invece di averne paura e di fuggirlo, si potesse… attraversarlo, portarsi al di là. [...]— La realtà della nostra vita sta nell’amore, nella solidarietà — disse la ragazza alta, dagli occhi dolci. — L’amore è la vera condizione della vita umana. Bedap scosse il capo. — No. Shevek ha ragione — disse. — L’amore è semplicemente uno dei modi per superare il dolore, e come tale può fallire, può non avere successo. Ma il dolore non fallisce mai. Dunque, non abbiamo molta scelta sul fatto di sopportarlo o no! Lo sopportiamo, volenti o nolenti.
Ursula K. Le Guin
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