24 ottobre Caporetto

IL 24 OTTOBRE 1917 COMINCIAVA LA SCONFITTA DI CAPORETTO: I VERTICI MILITARI ACCUSARONO I SOLDATI SEMPLICI DI DISFATTISMO PER COPRIRE LA PROPRIA INETTITUDINE  

Dal 24 ottobre al 12 novembre del 1917 si combatté la battaglia di Caporetto. Si concluse con la sconfitta dell'esercito italiano e si trasformò in una rotta senza precedenti.  10.000 soldati italiani furono uccisi, 30.000 feriti e 265.000 furono fatti prigionieri. Inoltre circa 3.000 fucili, 3.000 mitragliatrici e 2000 mortai vennero catturati, assieme a una quantità incalcolabile di scorte e attrezzature.  La rotta del regio esercito fu principalmente figlia degli errori strategici del comando italiano che, dopo le undici battaglie sull’Isonzo, non aveva previsto che gli Imperi Centrali fossero in grado di muovere un’offensiva su larga scala, sfruttando le truppe dislocate dal fronte orientale.  Dopo i primi giorni nei quali i bollettini militari emanati dai vertici militari cercavano di minimizzare quello che stava accadendo, non potendo più nascondere completamente la reale proporzione della disfatta, Cadorna il 28 emanò un comunicato nel quale parlava chiaramente di deficienza o peggio viltà di alcuni reparti che “preferendo all’onore e alla morte l’onta della resa” si erano consegnati al nemico.   Tolte le testate socialiste e anarchiche, tutta la stampa nazionale si accodò a questa chiave di lettura e sui fanti italiani piovvero “bombe di inchiostro” dal fronte interno. Non che quei fanti che sapevano leggere avessero grande stima dei giornali, che dall’inizio della Grande guerra erano sottoposti ad una rigida censura e che sostanzialmente parlavano solo enfaticamente del conflitto, celandone ogni aspetto crudo e contraddittorio.   Tant’è che Giulio Barni, un giovane soldato, nella poesia “Propaganda” scriverà “Dentro la trincea arrivavano i giornali – così detti di “propaganda” – e poiché non c’era carta i soldati li prendevano e si pulivano il culo”.   In ogni caso gli effetti di questa campagna di stampa furono disastrosi per i soldati fatti prigionieri dagli austriaci che non ricevettero alcun sostegno ed aiuto, e che anzi al loro ritorno spesso vennero interrogati e internati.  Nonostante il sentimento antibellico nelle nostre truppe fosse assai radicato e sebbene nei giorni di Caporetto la confusione tra le truppe fosse praticamente totale, non furono i soldati ad essere responsabili di quello che accadde, come poi stabilirà anche un’apposita commissione d’inchiesta.  

Cannibali e Re  Cronache Ribelli


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