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 L’etimologia è la psicologia del linguaggio, il modo di penetrare l’anima delle parole. Una mente etimologica trae infiniti godimenti dalle parole, i quali sono ignorati da coloro che non considerano le parole se non come suoni convenzionali; così come una mente psicologica trae infiniti godimenti dalla frequentazione degli uomini, i quali sono ignorati da coloro che non considerano l’uomo se non come una forma parlante e semovente. L’inerzia di tanti scrittori viene dalla mancanza di quella mente etimologica, che dà una così brulicante vivacità ‘ interiore ’ alla prosa di Giacomo Leopardi. Uomini che nascono, vivono, muoiono e non s’accorgono, per esempio, che olezzo, per effetto di un semplice o privativo, è la voce antitetica di lezzo; che innocente è il contrario di nocente; che tiranno era originariamente colui che custodiva i formaggi. Ignorano nonché l’amore alle parole (« filologia ») ma anche il ‘ gioco ’ delle parole (ignorano del resto anche gli altri ‘ giochi ’ della vita, e la loro vita è spenta e muta come la morte). La ricerca dell'ètimo è uno dei principali motivi dell'intelligenza (da motus e come contrapposto a « quietivo ») e però lo si trova allo stato grezzo nelle persone incolte, ossia in coloro nei quali l’apparenza, la finzione, il velo della coltura non hanno spento ancora curiosità e desiderio di ricerca. Così, per etimologica curiosità di scoprire il ‘ perché ’ delle parole, mia suocera chiama appetitivo l’aperitivo e mia cognata chiama Balneari le Baleari. Quanto più interessanti, quanto più commoventi questi errori, del continuare a dire aperitivo e Baleari e non domandarsi perché. "

Alberto Savinio, Nuova enciclopedia, Adelphi (collana Biblioteca, n° 70), 1ª edizione 1977.


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