L'etica del viandante"

... Simili non sono più solo quelli che consideriamo come noi, ma anche quelli che finora abbiamo percepito come diversi da noi, e per difenderci dai quali, fin dall'antichità, abbiamo eretto delle mura che ora dobbiamo abbattere, perché identica è la nostra e la loro sorte. Questo non è un auspicio o un patetico invito morale, ma una necessità che, nella storia dell'umanità, non si era mai presentata in tutta la sua cogenza, perché nessuna generazione si era mai spinta fino a quel limite che comincia a registrare l'irreversibilità dei processi naturali.

Ma non basta che l'uomo riduca il suo potere distruttivo nei confronti della natura per salvare unicamente se stesso, perché in questo caso l'etica antropocentrica tornerebbe a fare di nuovo la sua inutile comparsa..."

(Umberto Galimberti, "L'etica del viandante" - Feltrinelli)

 

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