La nausea

Io non ho avuto avventure. Mi son capitate delle cose, dei fatti, degli incidenti, tutto quel che si vuole. Ma non avventure. Non è una questione di parole; comincio a comprendere. V’è qualche cosa a cui tenevo più che a tutto il resto - senza rendermene ben conto. Non era l’amore, Dio, no, né la gloria, né la ricchezza. Era…Insomma, m’ero immaginato che in certi momenti la mia vita avrebbe potuto assumere un’essenza rara e preziosa. Non c’era bisogno di circostanze straordinarie: chiedevo solo un po’di rigore. […]
Le avventure sono nei libri. Naturalmente tutto ciò che si racconta nei libri può accadere davvero, ma non nello stesso modo. Ed è a questo modo ch’io tenevo tanto.
Innanzitutto sarebbe stato necessario che gli inizi fossero stati veri inizi. Ahimè! Come vedo bene, adesso, quello che avrei voluto! Veri inizi, che sorgessero d’improvviso come uno squillo di tromba, come le prime note di un’aria di jazz, che troncassero la noia, che consolidassero la durata; avrei voluto di quelle sere, tra le altre, di cui in seguito si dice: “Era una sera di maggio, passeggiavo”. Uno passeggia, la luna s’è appena levata, si è oziosi, sfaccendati, un po’ vuoti. E poi, d’un tratto, si pensa: “E’ capitato qualcosa”.

Jean-Paul Sartre

Commenti

  1. e se mentre leggo questo post mi acchiappa una tristezza infinita, questo vuol dire che anche io non ho mai avuto lo stupore di essere finita in un'appassionante avventura? nausea e avvilimento...

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