L’empatia

[…] L’immaginazione, la “facoltà più misteriosa della mente”, che ha impegnato pensatori come Kant, Husserl, Wittgenstein, è oggi la via per riaprire il discorso sull’empatia. Quello di immaginazione è un concetto complesso e oggetto di valutazioni anche opposte. Si tratta infatti di una nozione doppia, a volte ambigua, che allude a un potere di rappresentazione e di creazione il cui rapporto con la realtà sensibile è molto libero: l’immagine fantastica o mentale può sostituirsi alla realtà, non essere altro che ipotesi, illusione, sogno, congettura, errore. Comunque la si intenda, come capacità cognitiva produttrice di rappresentazioni mentali o come capacità creativo-romanzesca, l’immaginazione appare un organo per entrare in contatto con l’alterità, con ciò che non è presente ai sensi o che non è sperimentabile nell’orizzonte dell’esperienza diretta, ma lo diventa attraverso la mediazione di figurazioni, esperimenti mentali, sintonizzazioni con ciò che è ignoto, incomprensibile e magari impensabile. Le sue potenzialità si prestano pertanto in maniera eccellente a essere sondate nel momento in cui la “comprensione” dell’altro richiede operazioni che rinviano a possibilità di essere diverse dalle proprie. Lo stesso vale per la sua scommessa: l’immaginazione può diventare fuga dalla realtà e chiusura nell’angustia delle fantasie e proiezioni individuali, dei desideri consolatori, ma può sboccare anche nella percezione di ciò che sta fuori di noi e quindi nella scoperta dell’altro/a e di altri modi di essere. […]

 Laura Boella (da “Donna m’apparve” - Nicla Vassallo)

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