Trasgressione e conoscenza

La trasgressione fa parte di questo universo mentale, rappresenta l'aspetto dinamico della nostra natura, la passione della conoscenza, l'esplorazione del mistero, la speranza di saper rispondere a tutti i perché.
Ricordate la stagione dei vostri perché e quella dei vostri figli e nipoti?
Arriva di solito tra i sei e i sette anni di età. Tutti i bambini l'hanno sperimentata, segno che corrisponde ad un bisogno della specie. Quei perché si susseguono senza interruzione, un martellamento che lascia l'adulto senza fiato: perché perché perché?
Il bambino, partendo da una qualsiasi curiosità o da un incontro occasionale con la realtà, vuole percorrere la catena delle cause che hanno prodotto il fenomeno che ha sotto gli occhi fino ad arrivare alla causa prima. E non si accontenta e perseguita l'adulto con la sua piccola e adorabile voce e gli occhi fissi dentro ai vostri per strapparvi la verità che voi dovreste conoscere e lui non ancora, spinto dall'urgenza di sapere.
Quell'urgenza è fisiologica per l'infanzia, l'accompagna fino all'inizio dell'adolescenza. Le mappe cerebrali sono ancora semivuote di informazioni e reclamano di esser riempite. Ma poi i perché non saranno più rivolti agli adulti, subentrerà l'orgogliosa autonomia dell'io e comincerà il viaggio dentro noi stessi. Non diminuisce, anzi si accresce il bisogno di conoscenza, ma cambia lo strumento, il modo di usarlo e il destinatario delle domande. Resta inesausto il «perché» e non esauriente la risposta ottenuta.
Quel perché esprime un desiderio di assoluto che plachi l'insicurezza del vivere. Lì è la radice del sentimento religioso, alimentato anch'esso dall'istinto di sopravvivenza che ancora una volta plasma la nostra vita.
Nell'età più adulta il bisogno di informazioni si canalizza su un tema specifico, cessa di coprire l'universalità delle zone inesplorate. Si specializza, cede alle necessità professionali della divisione del lavoro e la mente si accontenta e accantona le domande ultime. Le accantona, ma non le cancella. Esse risorgono tutte le volte che il nostro sguardo si solleva verso il cielo stellato.
Quelli che non si accontentano hanno fatto della conoscenza la passione dominante del proprio vissuto. Sognano di viaggiare sulla nave degli Argonauti, di volare con ali di Icaro verso il Sole, di uccidere la Gorgone e Argo dai cento occhi, di decifrare i misteri della termodinamica, dell'entropia, delle particelle elementari e del Big Bang. Ma riflettono anche su se stessi e si scoprono di volta in volta dottor Jekyll e mister Hyde, Faust e Mefistofele, Edipo figlio e Edipo marito e Amleto, un po' folle e un po' saggio, che dissipa la propria saggezza e rivolge contro se stesso la propria follia.
La conoscenza non è un'opzione ma una necessità che implica la trasgressione. Ci vuole una buona dose di coraggio per trasgredire e ci vuole una grande passione per trovare quel coraggio e per poterselo dare.

Eugenio Scalfari, Scuote l'anima mia Eros (Einaudi), 2011

Commenti

Etichette

Mostra di più