Habitus e desideri

In generale i filosofi e gli scrittori continuano a proiettare se stessi, la propria Weltanschauung, il proprio habitus e i propri desideri, su processi che si svolgono in un altro modo, e tendono a dimenticare ciò che in linea di principio, a un secolo e mezzo da Marx o a mezzo secolo da Foucault, dovrebbero sapere bene: le idee sulla vita che la cultura canonica ci rimanda hanno un’origine parziale; sono classiste, privilegiano i valori di alcuni gruppi sociali determinati e in larga misura maschili: i guerrieri, gli eredi dei guerrieri, cioè le classi dirigenti, e i detentori della parola, cioè le classi che parlano in pubblico e scrivono. In ciò che chiamiamo cultura le immagini del mondo, i valori, le passioni degli schiavi, dei lavoratori, dei borghesi, delle donne sono sottorappresentate, o rappresentate in modo sfocato, perché queste classi non avevano la possibilità di prendere la parola e perché il discorso pubblico non era pensato per loro. È un discorso che quasi tutti oggi in teoria accettano, e magari propugnano, ma che tendono a dimenticare nel concreto della prassi culturale.

— Quattro crisi politiche di Guido Mazzoni 

Commenti

Etichette

Mostra di più