Plastica

IL SESTO CONTINENTE: LA SCOPERTA DELLA GIGANTESCA ISOLA DI PLASTICA SIMBOLO DELL'INQUINAMENTO DEGLI OCEANI OPERATO DALL’UOMO.

Ancora oggi è difficile stabilire con certezza quanto sia grande la prima isola di plastica mai avvistata.
Alcuni dicono che si possa paragonare alla penisola iberica, altri addirittura al Canada.
Certo è che quando Charles J. Moore l’avvistò, nel lontano 1997, rimase al tempo stesso inorridito e stupefatto. Così raccontò la sua esperienza anni dopo:
"Mentre guardavo dal ponte sulla superficie di quello che doveva essere stato un oceano incontaminato sono stato sopraffatto, per quanto l'occhio ha potuto vedere, dalla vista della plastica. Sembrava incredibile ma non trovavo una parte di mare trasparente. Nella settimana che ho impiegato per attraversare la zona, a prescindere dalle ore del giorno, i detriti di plastica galleggiavano ovunque: bottiglie, tappi di bottiglia, involucri, frammenti."
Moore, rampollo di una ricchissima famiglia americana, di ritorno da una regata nelle Hawaii, decide di veleggiare in una zona poco transitata del Pacifico e scopre una gigantesca isola d’immondizia, tanto grande da somigliare a un continente.
2500 chilometri di diametro per quattro milioni di rifiuti di plastica.
Alcuni ricercatori studiando le correnti marittime ne avevano preconizzato l’esistenza già a partire dalla metà degli anni '80, ma nessuno avrebbe mai immaginato che questo fenomeno, simbolo dell’inquinamento umano, avrebbe potuto assumere tali dimensioni.
La “grande chiazza d’immondizia del Pacifico”, nota come “Pacific Trash Vortex”, si è formata proprio in quella zona a causa di una particolare corrente, quella del Nord Pacifico, chiamata “Gyre”. Un vortice che nel corso dei decenni ha raccolto migliaia di tonnellate di plastica.
Questo materiale difficilmente biodegradabile si è scisso in milioni di polimeri che si sono concentrati in un ammasso infinito di detriti che giorno dopo giorno ha continuato ad attrarre altri rifiuti abbandonati in mare.
Il sesto continente è diventato col tempo un ecosistema vero e proprio, abitato da svariate forme di microrganismi e frequentato da animali di varia natura. Noti sono gli effetti catastrofici che la plastica ha sulla vita di pesci, anfibi e uccelli marini, che muoiono a migliaia dopo averla erroneamente ingerita.
Moore dopo l’avvistamento dell’isola di plastica ha deciso di cambiare vita e dedicarsi all’ecologismo.
Purtroppo la scoperta del sesto continente non ha cambiato le abitudini della nostra società e nel corso degli ultimi anni nuove immense distese galleggianti di rifiuti sono state avvistate in tutti gli oceani.

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