Anche i comportamenti individuali servono, per l'ambiente

Non è vero che i comportamenti individuali non hanno nessuna conseguenza ai fini di una riduzione delle emissioni di gas serra su scala globale, per quanto singolarmente irrilevanti: secondo gli esperti producono imitazione e abitudini collettive, che possono influire significativamente sugli sforzi per costruire società ed economie più sostenibili e soprattutto favoriscono l’introduzione di leggi nazionali e internazionali.... Il cosiddetto “performative environmentalism”, cioè l’ambientalismo delle azioni quotidiane e individuali come scegliere alimenti sostenibili, prendere meno aerei o installare i pannelli solari, è stato spesso ridimensionato negli ultimi anni da accademici e attivisti secondo i quali l’unica azione che possa avere qualche conseguenza tangibile nella lotta al cambiamento climatico è quella dei governi e delle organizzazioni internazionali. L’idea che le responsabilità dell’impatto ambientale della società contemporanea ricadano sui consumatori e sulle loro scelte individuali, dicono in molti, è invece un’invenzione delle stesse multinazionali che rappresentano la vera minaccia al pianeta. Il vero cambiamento, se ancora è possibile, passerà per forza attraverso l’azione dei governi. Ed è innegabile che i comportamenti individuali, da soli, non cambiano nulla in un senso o nell’altro. Anche spostandosi continuamente con un jet privato, usando l’aria condizionata in diverse case e mangiando manzo argentino ad ogni pasto, dice Lowrey, il contributo alle emissioni globali è microscopico e ininfluente. Un intero nucleo famigliare che diventi vegano, e che rinunci all’auto e ai voli, potrebbe ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica di poche tonnellate all’anno: ne servono globalmente decine di miliardi in meno rispetto a oggi per sperare di rallentare il riscaldamento globale. Ma arrivare a sostenere che l’ambientalismo individuale e quotidiano possa avere addirittura effetti negativi è sbagliato, secondo Lowrey, che scrive che è vero il contrario: le piccole scelte di ciascuno possono avere effetti importanti anche per quanto riguarda le grandi decisioni politiche. ... le piccole abitudini ambientaliste sarebbero influenti “se lo facessero tutti”. Per come funzionano le persone, infatti, ci sono comportamenti che diventano collettivi senza una ragione logica, ma soltanto perché iniziano a diffondersi: è il motivo per cui in Occidente i SUV sono diventati popolarissimi, nonostante le famiglie si siano ristrette e sempre meno persone abbiano bisogno di guidare sullo sterrato. È successo perché hanno cominciato a essere associati a uno status sociale ambito. Se questo è un esempio di comportamento collettivo che ha danneggiato l’ambiente, ce ne sono anche di virtuosi: secondo uno studio californiano, per esempio, una singola casa che installa i pannelli solari aumenta dello 0,78 per cento la probabilità che lo faccia qualcun altro nella stessa area. Un esempio di una tendenza simile è stata la maggiore consapevolezza sull’impatto ambientale dei voli aerei, e la cosiddetta flight shame, lo stigma sociale associato ai voli low cost e sostituibili dai viaggi in treno. Sebbene sia un fenomeno di nicchia, secondo uno studio che ha intervistato 6mila persone tra Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito, una persona su cinque dice di aver ridotto il numero di aerei presi per ragioni ambientali. ... Criticare l’ambientalismo individuale, secondo Lowrey, è legittimo quando effettivamente «oscura la responsabilità delle grandi società e le soluzioni sistemiche al problema». Ma spersonalizzare il cambiamento climatico è a sua volta un errore, dice Lowrey, perché non considera come i cambiamenti sociali si costruiscano su un insieme di pratiche individuali, che partono dall’impegno di ciascuno e si sommano portando a tendenze collettive.

Il Post

Commenti

Etichette

Mostra di più