La nave Amistad

La storia della nave Amistad è una storia di lotta, di diritti, di coraggio: una storia che divenne simbolo della lotta per l’abolizione della schiavitù. La nave trasportava 53 schiavi catturati in Sierra Leone (49 maschi adulti, 3 bambine e un bambino) e diretti verso Cuba (allora colonia spagnola), dove sarebbero stati impiegati nelle piantagioni da zucchero. ⁣
Ma durante il viaggio accadde qualcosa che non era mai successo: gli schiavi si ribellarono. Si strapparono le catene con le mani nude, uccisero alcuni membri dell’equipaggio e presero il controllo della nave. Ordinarono agli spagnoli di dirigersi verso l’Africa, ma vennero catturati il 26 agosto 1839 da una nave della guardia costiera statunitense, presi in custodia e condotti in porto nel Connecticut (stato in cui la schiavitù era ancora legale). ⁣
Iniziò allora a Boston uno dei processi più importanti della storia dell’uomo. Imputati: gli schiavi ribelli. Accusa: ammutinamento. Difesa: fu un atto di libertà. Dopo una prima condanna il caso, seguito anche dal Presidente Usa di allora alla ricerca dei voti del sud schiavista in vista delle elezioni, arrivò fino alla Corte Suprema. Qui gli schiavi vennero difesi dall’ex presidente Quincy Adams. In tutto il Paese nacquero movimenti e comitati per sostenere gli uomini. Alla fine, la difesa riuscì a dimostrare che gli uomini erano stati rapiti illegalmente e che si erano ammutinati solo per rivendicare il loro diritto alla libertà. ⁣
Furono assolti. Liberati. E rimandati in Sierra Leone, con un viaggio che fu pagato da un gruppo di abolizionisti. Arrivati in patria (3 anni dopo l’ammutinamento) gli uomini trovarono le loro case distrutte e gran parte delle famiglie scomparse. Finirono le loro vite lì, ma da uomini liberi. La schiavitù continuò a essere legale per altri anni ancora, in tutto il mondo, ma quegli uomini diventarono uno dei simboli più potenti della lotta per l'abolizione di qualcosa che era legale, ma tutt'altro che giusto.

Will media

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