Il volto più baciato del mondo

Durante alcuni corsi sulla sicurezza sul lavoro che capita di frequentare ai lavoratori, viene spiegato solitamente cosa fare in caso di incendio, per esempio, e tra le altre cose si insegnano le manovre di primo soccorso. Al momento di esercitarsi per eseguire la rianimazione cardio-polmonare (RCP) compare di solito un manichino dall’aria vagamente inquietante, composto da un busto e da un volto un po’ inespressivo con l’aspetto di una giovane donna o un giovane uomo, con tratti identici. Non succede solo in Italia, ma anche all’estero. A un primo sguardo può sembrare un volto inventato, astratto, ma in realtà appartiene a una donna davvero esistita, di cui non si conosce l’identità ma il cui volto, si dice, è «il più baciato al mondo» per via della respirazione bocca a bocca che si esegue sul manichino. E anche prima di diventare il modello per il manichino della RCP, il volto della donna era già noto come modello ispiratore di artisti, disegnatori e persino scrittori. Della storia di questa donna sappiamo solo ciò che le successe dopo la morte. Negli anni Ottanta dell’Ottocento, il suo corpo fu trovato annegato nella Senna, a Parigi. A quell’epoca si usava esporre i corpi non identificati per un breve periodo, nel caso qualcuno li avesse riconosciuti. Nel frattempo però il medico di turno all’obitorio rimase particolarmente colpito dal volto della donna, in cui vedeva un mezzo sorriso simile a quello della Monna Lisa di Leonardo. Decise quindi di fare un calco in gesso del suo volto, per conservarne i tratti. (...) Quale che sia la storia della Sconosciuta, il suo volto già celebre a inizio Novecento lo diventò ancora di più nella seconda metà del secolo. La seconda fama della Sconosciuta, stavolta in forma di manichino, è dovuta a un giocattolaio norvegese, Asmund Laerdal. Nel 1955 il figlio di Laerdal rischiò di morire per annegamento. Suo padre riuscì a salvarlo per pochissimo, rianimandolo e riuscendo a liberargli le vie respiratorie dall’acqua inghiottita. L’esperienza lo segnò e qualche tempo dopo, quando gli fu chiesto un aiuto per un corso di primo soccorso, capì che serviva un manichino dotato di torso e volto per esercitarsi con la rianimazione cardio-polmonare, una tecnica che era stata inventata poco tempo prima. Secondo Laerdal, però, il volto del manichino doveva essere il più realistico possibile. Fu allora che gli venne in mente una maschera che c’era in casa dei suoi nonni, quella della Sconosciuta, e decise di usarla per il suo manichino, a cui fu poi dato il nome di Resusci Anne (da resuscitation, che in inglese significa “rianimazione”). Il manichino Anne si è attestato negli anni come standard per i corsi di primo soccorso, ed è prodotto ininterrottamente dal 1960. Oggi Laerdal è diventata una grande azienda specializzata in dispositivi per la simulazione di emergenze mediche, per la respirazione, per il salvataggio, e tiene corsi di formazione in vari ambiti. Il manichino Anne è stato aggiornato, ne esiste una versione con braccia e gambe ma ha ancora il volto della Sconosciuta. Secondo l’azienda, ha aiutato a esercitarsi con le manovre di primo soccorso più di 400 milioni di persone. 

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