Figure geometriche

“...Fin dalle prime osservazioni ottocentesche di Helmholtz, Gowers, Airy, dei fosefeni si è sempre parlato come di figure geometriche variamente luminose, mobili, soggette a trasformazioni. Così ignorandone una grande parte, costituita da ‘immagini’ (persone, paesaggi, scene, architetture, tessuti) che affiorano ma non sono ricordi e non sono neppure riconducibili a una commistione di esperienze precedenti. Che nel regno dei fosfeni ci fosse ben più di qualche figura geometrica è avvertibile in certi protocolli dove si parla di di ‘tappeti turchi’ o di ‘carta da parati’ o di ‘distorsioni simili a quelle dei sogni’. Tuttavia un riconoscimento della infrenabile plasticità dei fosfeni, non è mai avvenuto, fino a tempi recenti e tuttora con cautela. Lo studio più approfondito dei fosfeni non dissimili da entità che appartengono anche al mondo esterno è stato dedicato alle fortificazioni che appaiono nell’aura emicranica: forme geometriche, ma pur sempre avvicinabili a luoghi esistenti, quali le fortezze di Vauban...” 

 (Roberto Calasso, “Allucinazioni americane” - Adelphi)

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