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16/17 LUGLIO 1977: LA NOTTE DEI TRASFERIMENTI SEGRETI NELLE CARCERI SPECIALI

Con un semplice decreto ministeriale, nel 1977, vengono istituite le carceri speciali per rispondere alle lotte che si erano sviluppate e continuavano a svilupparsi nel circuito carcerario e per cercare di ostacolare i livelli di aggregazione in continua crescita ed anche per tentare di frenare il movimento di evasioni sviluppatosi enormemente negli ultimi anni.

Questa operazione viene affidata per la sua attuazione all’arma dei carabinieri al comando del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sia per la scelta e la ristrutturazione degli edifici, sia per i compiti di sorveglianza esterna e di controllo e ispezione interna.

Cosi la notte tra il 16 e il 17 luglio 1977, in grande segretezza e con ampio spiegamento di forze e mezzi, facendo anche largo uso di elicotteri, alcune centinaia di compagni e proletari detenuti vengono trasferiti nelle prime carceri speciali allestite.

I primi detenuti deportati negli "speciali" (in gergo verranno chiamati "campi di concentramento" o semplicemente ‘campi’) sono i compagni incarcerati e i proletari detenuti più combattivi cheavevano organizzato opartecipato a rivolte, evasioni e lotte nel ciclo di lotte precedente, ed anche quelli che avevano rapporti con l’esterno soprattutto con compagni/e del movimento..

Con l'istituzione dei Carceri Speciali il sistema carcerario italiano viene a configurarsi come un sistema a due circuiti: uno "speciale" per le avanguardie del proletariato prigioniero, per i detenuti più combattivi e per i compagni ormai diventati molto numerosi. In codice venne chiamato "circuito dei camosci"; l'altro "normale" per la massa del proletariato prigioniero.

Nell'arco di tre anni entrano in funzione i seguenti Carceri Speciali: Asinara, Cuneo, Novara, Fossombrone, Trani, Favignana, Palmi, Badu e’ Carros, Termini Imerese, Ascoli Piceno; e per il femminile, Latina, Pisa e Messina.

Alcuni operatori sanitari di Medicina Democratica dopo averli visitati, così li descrivono: "Contro ogni dettame costituzionale [..] oggi, e sempre di più, viene portato avanti con ottusa violenza, un progetto di discriminazione tra detenuto e detenuto, destinando il detenuto politico, o anche coloro sospettati di essere tali [..] al carcere speciale, dove con specifiche disposizioni [..] si attuano tecniche raffinate di sperimentata efficacia di deprivazione sensoriale al fine di esasperare il detenuto, disgregare la sua personalità, arrecando danni talvolta irreversibili per la sua salute fisica e mentale.

Le misure messe in atto vanno dall'isolamento individuale o di piccoli gruppi 22 ore su 24, alle brusche interruzioni del ritmo sonno-veglia con perquisizioni notturne, alla eliminazione della naturale alternanza del giorno e della notte per mezzo di lampade sempre accese, pressione psicologica ai colloqui tra il detenuto e i propri familiari molto dilazionati e realizzatisi in condizioni sub-umane per l'uso di strumenti aberranti come interposizioni di vetri insonorizzati e citofoni che alterano timbri di voce ...

Si tratta di un fenomeno in cui si evidenzia in modo inequivocabile una realtà di tortura psicologica particolarmente feroce e distruttiva dell'intera struttura psicofisica del detenuto in palese contraddizione con l'articolo 5 della Convenzione dei diritti dell'uomo".

Le disposizioni erano infatti durissime: vengono ridotti al minimo gli spostamenti del detenuto dalla cella, : 4 ore d’aria al giorno e nessun’altra forma di socialità, successivamente le ore d’aria giornaliere verranno ridotte a 2 e poi a 1 ora sola.

I colloqui telefonici vietati così come l’ascolto della radio, ogni spostamento dalla cella del detenuto, per andare all’aria, o per recarsi al colloquio con i familiari o con l’avvocato o magistrato, il carcerato viene sottoposto a perquisizione completa (denudato o strip-searches).

Ogni mattina intorno alle 5,30 - 6,00, le guardie entrano nelle celle per la perquisizione che si realizza buttando all’aria le poche cose che si hanno in cella; spesso vengono vuotati i contenitori dello zucchero e del sale e mescolati insieme, vengono sfogliati i libri in modo tale da rovinarli, vengono sparse sul pavimento le foto dei familiari o altri oggetti cari .

I colloqui con i familiari sono di 4 ore al mese -un’ora a settimana- se i familiari risiedono molto distante può essere concesso, a discrezione della direzione, di suddividerre le 4 ore mensili in due colloqui da 2 ore da effettuare ogni 15 giorni.

Per ogni richiamo che subisce il detenuto vengono sospesi i colloqui.

I familiari, (che normalmente vengono da lontanissimo visto che i detenuti vengono trasferiti nel carcere più lontano da casa), sono anch’essi sottoposti a perquisizione personale, spesso costretti a spogliarsi del tutto. I colloqui sono effettuati con una lastra di vetro interposta tra i detenuto e familiari e con i citofoni per potersi parlare.

Fonte: trcrew.org

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