Il letto non è sempre stato un luogo privato

Siamo abituati a pensare alla nostra stanza e in particolare al letto come a spazi privati, dove ci si può rilassare e trascorrere momenti di intimità: ma non è sempre stato così. (…) Le cose hanno iniziato a cambiare soprattutto a partire dal Diciannovesimo secolo: c’entrano sia la Rivoluzione Industriale che l’idea del letto associata al matrimonio e alla fedeltà.

Le prime strutture di letti, costruite in legno e ricoperte da pelli oppure sacchi di paglia, fieno o erba – gli antenati dei materassi, per così dire – comparvero circa nel 3mila avanti Cristo, in Egitto e a Malta. Da 5mila anni a questa parte, la struttura del letto è rimasta sostanzialmente invariata, ma quello che è cambiato è il suo utilizzo, come spazio più o meno condiviso.

Nel Medioevo, per esempio, in Europa si usavano letti più corti e più larghi rispetto a quelli a cui siamo abituati oggi. Corti perché la popolazione era mediamente più bassa, ma anche perché si dormiva in una posizione quasi seduta, con capo e schiena appoggiati alla spalliera; soprattutto, però, erano molto larghi perché in un solo letto ci dormivano più persone: marito e moglie con figli, ma talvolta anche ospiti di riguardo o la servitù. Nel nord della Cina e in Mongolia, invece, i viaggiatori erano soliti dormire assieme a chi li ospitava sui kang, ovvero le ampie strutture sollevate da terra e riscaldate dal basso e che vengono usate ancora oggi.

Fagan ha citato diversi poeti e diaristi del Seicento e Settecento che hanno scritto aneddoti più o meno positivi legati alla condivisione del letto con amici ed estranei. In più, ha raccontato del “Grande letto di Ware”, un letto talmente grosso che si diceva ci avessero dormito addirittura 52 persone nel 1689, e così unico da essere peraltro esibito al Victoria and Albert Museum di Londra.

Tra le altre cose, nel Settecento alla corte di Francia il letto era tutt’altro che uno spazio privato, anzi: aveva una funzione “sociale”. Dopo il matrimonio, il sovrano e la regina venivano accompagnati a letto con una cerimonia solenne e fastosa alla presenza di religiosi, membri della corte e numerosi servi. Spesso, per dire, Luigi XIV – il famoso “Re Sole”, vissuto tra il 1638 e il 1715 – partecipava a incontri e discussioni con i suoi alti ufficiali proprio mentre era seduto comodamente a letto.

La dimensione privata del letto e della camera così come la conosciamo oggi si deve sostanzialmente a due fattori che hanno portato cambiamenti enormi nella società, in particolare a partire dall’Ottocento: la Rivoluzione industriale e la morale cristiana.

Da un lato, infatti, i processi di industrializzazione durante il Diciannovesimo secolo accelerarono l’urbanizzazione in gran parte dell’Europa e negli Stati Uniti: così, cominciarono a essere costruite case più piccole con stanze sempre più piccole, ciascuna adibita a una particolare funzione, per esempio dormire.

Dall’altro, nell’epoca Vittoriana – che corrisponde al periodo in cui governò la regina Vittoria del Regno Unito, cioè dal 1837 al 1901 – ebbe un’influenza ancora più importante la religione anglicana, che dava grande importanza ai valori di matrimonio, famiglia e castità. In questa epoca il letto condiviso con altre persone veniva visto come un luogo di possibili trasgressioni, e associato all’infedeltà o al concepimento di figli illegittimi.

(…) Fu proprio in questo periodo, ha spiegato Fagan, che nelle case delle famiglie benestanti iniziarono a diffondersi camere separate per adulti e bambini, ma anche letti e persino stanze separate per mariti e mogli. Per le persone povere o del ceto medio, invece, dormire assieme a una persona conosciuta – un amico, un familiare o un altro servo – era sempre stato un modo per riscaldarsi, oltre che una cosa rassicurante; oltretutto, i letti erano arredi costosi e non tutti potevano permettersene più di uno. (…)

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