Genocidi

Il genocidio tramite le istituzioni cristiane. Le scuole residenziali come lager per eliminare i bambini indiani.

in Canada, almeno cinquantamila bambini delle popolazioni native (i cosiddetti “Indiani”) sono stati uccisi nelle apposite “scuole residenziali”, di cui due terzi erano gestite da suore e preti cattolici.

Il numero dei morti è calcolato in base ad una dichiarazione del governo canadese (quasi certamente falsata per minimizzare la gravità dei fatti), secondo la quale, nel periodo di circa un secolo, circa centomila bambini sono stati ospiti delle “scuole”; infatti è noto che la mortalità era di circa il 50%. Secondo Annett ed i suoi collaboratori, in base al calcolo della popolazione indigena questa stima dovrebbe essere almeno raddoppiata: infatti circa 250.000 bambini sarebbero stati internati nelle “scuole”, quindi le vittime sarebbero più di 100.000.

Annett ha raccolto le testimonianze di alcuni sopravvissuti, da cui risulta che i bambini venivano volontariamente infettati con malattie mortali, sterilizzati, forniti agli ospedali come cavie per esperimenti “scientifici”, stuprati, venduti ai pedofili, torturati atrocemente, picchiati a morte, assassinati in varie maniere, sottoposti ad ogni forma di violenza psicologica e fisica.

La maggior parte dei sopravvissuti, psichicamente e moralmente devastati, sono caduti nell'alcolismo, nella tossicodipendenza, nella totale emarginazione; la loro attuale condizione sociale è stata descritta dai gruppi per i diritti umani dell'ONU come quella di “una popolazione colonizzata al limite della sopravvivenza, con tutte le caratteristiche di una società dal terzo mondo” (12/11/1999).

Questo significa che, anche ammettendo che siano vere le cifre del governo, almeno centomila bambini sono stati assassinati fisicamente o moralmente. Tutto ciò è avvenuto in un Paese che è considerato tra i più civili e progrediti del mondo, in base ad accordi tra le chiese cristiane (soprattutto la cattolica) ed il governo, che ha emanato apposite leggi, con la copertura garantita dalla polizia e dalle istituzioni pubbliche.

Nel 2008 il presidente del consiglio dei ministri, Stephen Harper, ha chiesto ufficialmente scusa per il genocidio e per gli abusi inflitti agli aborigeni ma ha dichiarato che il governo non intende svolgere indagini. Nel 2010, in un'udienza paternamente concessa ad alcuni rappresentanti degli indigeni, il papa Ratzinger ha espresso “il proprio dolore per l'angoscia causata dalla deplorevole condotta di alcuni membri della Chiesa”, che ha causato sofferenza ad “alcuni bimbi indigeni”.

Qualche “peccatuccio” veniale, insomma: chiediamo educatamente scusa, e che non se ne parli più. Ma quegli ingrati “selvaggi” sono proprio incontentabili: dodici anziani del Consiglio, in rappresentanza delle tribù Cree, Haida, Metis, Squamish e Anishinabe hanno reso pubblico un documento con cui, fra l'altro, chiedono che il Santo padre e i vertici del Vaticano siano processati come responsabili del genocidio davanti al Tribunale internazionale per i crimini di guerra.

Ed Annett rincara la dose: “…il papa è direttamente implicato nella copertura dei crimini contro quei bambini, sin da quando scrisse la lettera ai vescovo del Nordamerica ordinando di tenere segreti gli abusi sessuali degli ecclesiastici (…)”.

Annett allude alla famosa lettera lettera segreta del 2001, con cui Ratzinger, all'epoca capo dell'Inquisizione, impose a tutti i vescovi l'obbligo di segretezza assoluta sugli abusi sessuali degli ecclesiastici e stabilì le regole “processuali” per impedire che tali abusi vengano puniti. come sta continuando a fare anche in veste di papa.

Deus vult Dio lo vuole: parola di papa.

Il genocidio dei nativi canadesi era già cominciato, con altri mezzi, fin dal tempo della colonizzazione francese. Infatti i primi missionati cattolici erano giunti nel 1615. Il territorio, da migliaia di anni, era abitato da popolazioni che vivevano di caccia e agricoltura. Con quale diritto i francesi ne presero possesso?

Il concetto è semplice: Dio ha creato tutto, uomini e cose, quindi ne è il proprietario. Il papa è il vice-dio, quindi esercita tale diritto di proprietà con due “bolle” (1455 e 1493) con cui regala i territori americani ai re di Spagna e Portogallo, a condizione che “convertano” gli infedeli alla “vera religione” ed a questo scopo li autorizza espressamente a invadere, ricercare, catturare, vincere e soggiogare i pagani, a schiavizzarli e a confiscare le loro proprietà.

Lo dice anche la Bibbia (Deuteronomio): “Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni […] quando il Signore tuo Dio le avrà messe in tuo potere e tu le avrai sconfitte, tu le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza né farai loro grazia. Non ti imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli (…) voi vi comporterete con loro così: demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, taglierete i loro pali sacri, brucerete nel fuoco i loro idoli”.

Le guerre “franco indiane” erano cominciate nel 1689 e si conclusero nel 1763 con la vittoria degli inglesi, che proseguirono l'opera di “civilizzazione”. Il generale inglese Geofrey Amherst condusse la guerra batteriologica contro gli indiani alleati dei francesi (Micmac, Uroni, Algonchini).

Questo gentiluomo riferiva tranquillamente nel suo diario (1740) di avere raccolto le coperte infette negli ospedali dove gli inglesi morivano di vaiolo e di avere incaricato un ufficiale di distribuirle agli indiani. Alcune tribù (Vancouver Island) hanno conservato il ricordo di questi fatti e riferiscono che i missionari cristiani ed i marinai inglesi davano loro le coperte infette. Il villaggio di Clo-ose, vicino a Port Renfrew, nel 1860 aveva 3.400 abitani. Nel 1890 ne restavano 44 (1,5% ).

Con il Gradual Civilization Act del 1857 i nativi furono privati della cittadinanza in quanto “individui selvaggi, privi della conoscenza di Dio e di qualsiasi stabile e chiaro credo religioso”. Questa definizione è stata confermata nei Revised Statutes della Colombia britannica nel 1960.

Le “scuole residenziali”, cioè i campi di sterminio riservati ai bambini, furono istituite con il Federal Indian Act del 1874 e furono installate nelle regioni in cui gli indigeni superstiti erano più numerosi (Alberta, British Columbia). In base a questa legge, inoltre (correggendo un evidente errore del Gradual civilization Act), gli indigeni potevano essere arrestati, imprigionati, spogliati dei loro beni e delle loro terre anche senza giustificazioni.

Sul piano “razionale” i motivi del genocidio, in Canada come in tutto il nord America, erano i soliti: ridurre all'impotenza i nativi ed impadronirsi delle terre. Privati dei mezzi di sussistenza, i nativi costituivano un problema che era “logico” risolvere nel modo più economico: sterminandoli. Ma non bisogna dimenticare che i coloni erano cristiani e che la loro chiesa doveva in qualche modo “legittimare” i loro crimini ed i propri. Da questo punto di vista, il genocidio non si può chiamare col suo nome: si chiama “evangelizzazione”. Ottanta milioni di morti nell'America centro-meridionale (il 90% della popolazione) avevano già indicato la via da seguire nel nord; dove infatti, con qualche ritardo, fu raggiunto lo stesso risultato.

Non è necessario (e non lo è stato mai) che il pretesto dell'evangelizzazione sia ragionevolmente credibile: basta che ci sia e non occorre neanche far finta di crederci: è la vecchia storia del lupo e dell'agnello. Si trattava quindi di distruggere i nativi, fisicamente e moralmente.

Infatti, nel 1938, il reverendo Alfred Caldwell, direttore della scuola di Ahousat (Vancouver Island) scriveva:

“Il problema rappresentato dagli indiani è di natura morale e religiosa. Essi mancano dei fondamenti di base del pensiero e dello spirito civile (…) ci sforziamo di trasformarli in cristiani maturi che imparino a comportarsi bene nel mondo ed abbandonino il loro selvaggio stile di vita ed i loro diritti, acquisiti col trattato, che li tengono inchiodati alla loro terra e ad una primitiva esistenza. Soltanto allora (cioè quando avremo preso noi la loro terra, ndr) il problema indiano nel nostro paese verrà risolto”.

Ecco un ottimo esempio di problema “morale e religioso”. Non è un caso che questo Caldwell sia anche noto per avere assassinato personalmente almeno due bambini della sua “scuola”.

1907 – la stampa canadese riferisce che il tasso di mortalità nelle “scuole” supera il 50%

1909 – il dr Peter Bryce (direttore dei funzionari medici dell'Agenzia governativa per gli affari indiani) dopo aver ispezionato tutte le “scuole” presenta una relazione a Duncan Campbell Scott, dell'Agenzia. Bryce riferische che nelle “scuole” i bambini indiani vengono sistematicamente e deliberatamente uccisi; che il loro tasso di mortalità è fra il 35% e il 60%; che il personale ed i funzionari della chiesa nascondono, rifiutano di consegnare o falsificano regolarmente la documentazione e le altre prove relative alla morte dei bambini.

Riferisce, fra l'altro, che uno dei metodi principali utilizzati per uccidere i bambini indigeni è quello di esporli intenzionalmente al contagio di malattie infettive (p. es. la tubercolosi) per poi lasciarli senza cure. I bambini ancora sani vengono costretti a dormire nello stesso letto con quelli malati o moribondi. Il rapporto Bryce venne tenuto segreto, Bryce fu licenziato e in tutto il periodo seguente (da qualunque chiesa le “scuole” fossero gestite) il tasso medio rimase superiore al 40%.

1920 – benchè il mostruoso tasso di mortalità nelle “scuole” sia notorio, il governo della B. Columbia rende obbligatoria l'iscrizione. I bambini vengono prelevati dalla polizia, che costringe i genitori a firmare una domanda d'iscrizione con la quale essi “delegano” tutti i loro poteri all'ecclesiastico direttore della scuola. Chi si rifiuta viene arrestato.

1928 – giungono dall'Europa le teorie di “eugenetica” (selezione delle “razze superiori). In seguito alle pressioni della chiesa cattolica e di quelle protestanti, in Alberta (1928) ed in B. Columbia (1933) viene adottato il Sexual Sterilization Act che, fra l'altro, consente ai direttori delle scuole di fare sterilizzare i bambini.

Medici missionari delle chiese cattolica, anglicana e unita sterilizzarono migliaia di persone in tutto il Canada, con preferenza per i leader e i capi delle nazioni indiane (e per le loro famiglie). In istituti come la Provincial Training School di Red Deer ed il Ponoka Mental Hospital, interi gruppi di bambini venivano sterilizzati quando raggiungevano la pubertà Si trattava però di provvedimenti umanitari: altrimenti, per evitare problemi, le ragazzine che restavano incinte, magari per gli abusi sessuali dei preti, sarebbero state uccise o portate negli appositi ospedali "per indiani” dove i neonati sparivano (non si sa come) e qualche volta sparivano anche le madri.

1933 – fra il 1933 ed il 1941 emergono i primi riscontri di reti pedofile organizzate nelle “scuole” della costa occidentale (B. Columbia)

1950 – nei primi anni ’50, il West Coast General Hospital di Port Alberni accoglieva i corpi dei bambini provenienti dalla locale “scuola” della Chiesa Unita. Questo benefico istituto si occupava anche di fare abortire le ragazze ingravidate dai preti e dal personale e di fare sparire i neonati che, forse, venivano uccisi. Nel 1973, a Kuper Island, è stato scoperto un cimitero, appena a sud della scuola, destinato ai bambini nati dai rapporti fra i preti e le ragazzine

1952 – George Darby, medico missionario presso l’R.W. Large Memorial Hospital riferisce di essere pagato dall’Ufficio Affari Indiani di Ottawa per ogni indiano che sterilizza, in particolare per quelli che non frequentano le chiese. Quest'attività del dr Darby era cominciata nel 1928.

1953 – la prassi di contagiare volontariamente le malattie tra i bambini delle scuole viene riferita da alcuni fra i massimi rappresentanti della chiesa anglicana sul Globe and Mail del 29 maggio 1953.

1960 – agli indiani viene concesso il diritto di voto: una buona ragione per ammazzarne ancora un po’.

Solo tre esempi pratici di evangelizzazione: nel 1944, Jasper Jospeh, di Port Hardy (B. Columbia), età otto anni, fu rinchiuso nella “scuola” di Alert Bay e tenuto per più di tre anni in una cella dove gli venivano somministrate pillole e fatte iniezioni “che mi facevano star male”. Lo stesso trattamento era praticato a due suoi cugini, che urlavano e si ribellavano ogni volta: “…così le infermiere fecero loro delle iniezioni, ed entrambi morirono subito. Lo fecero per farli stare zitti.”

nel 1963 Mary Anne Nakogee-Davis di Thunder Bay, Ontario, età di otto anni, fu torturata più volte dalle suore della “scuola” cattolica, apparentemente senza motivo, su una sedia elettrica. Diversi testimoni hanno riferito che nelle “scuole” di Alberni e Kuper Island (B. Columbia), nella scuola cattolica dell’Ontario ed in strutture ospedaliere isolate, gestite dalle chiese e dal Dipartimento Affari Indiani nel Quebec settentrionale, a Vancouver Island e nell’Alberta rurale, esistevano stanze di tortura, allestite appositamente con sedie elettriche fisse

nel 1964 Frank Martin, nove anni, fu rapito dal suo villaggio e tenuto per 14 mesi in una cella della Brannen Lake Reform School. Ogni mattina gli venivano somministrate scosse elettriche alla testa, fino a farlo svenire. Nel pomeriggio, veniva sottoposto a raggi x per diversi minuti di seguito. All’età di diciotto anni si ammalò di cancro ai polmoni.

Luca Zambonin

Commenti

Etichette

Mostra di più