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Visualizzazione dei post da febbraio, 2025

FramMenti

L’infelicità non ti è piombata addosso di colpo, non si è abbattuta su di te all’improvviso; si è piuttosto infiltrata, insinuata lentamente, quasi soavemente. Ha impregnato minuziosamente la tua vita, i tuoi gesti, le tue ore e la tua stanza, come una verità a lungo camuffata, come un’evidenza negata; tenace e paziente, tenue, accanita, si è impadronita delle crepe sul soffitto, delle rughe sul tuo viso nello specchio incrinato, delle carte da gioco distese sulla panca; si è infilata nella goccia d’acqua dell’acquaio sul pianerottolo, è risuonata ogni quarto d’ora al campanile di Saint-Roch. Georges Perec

L'animale inquieto

La superstizione è l’idea che tutto accada per un qualche motivo: è un rifiuto del concetto di caso. In sé ha un potere rassicurante, perché per il cervello umano è molto meglio credere che qualcosa sia accaduto per un preciso motivo, per quanto assurdo o inverosimile possa essere, piuttosto che lasciare il fenomeno privo di spiegazione o di legarlo a qualcosa di incomprensibile come il caso. Edoardo Boncinelli - Marco Furio Ferrario

FramMenti

Avevo già passato i trent’anni e avrei dovuto imparare qualche cosa da quello che mi era successo. Ma solo più tardi imparai che non s’impara quasi mai niente. Noi rimaniamo sempre gli stessi. Le esperienze della vita, gli insegnamenti delle persone più sagge, ci impolverano un poco, come quando camminiamo per una vecchia strada di campagna, ma basta soffiare su quel po’ di polvere perché noi ritorniamo tali e quali come eravamo prima di ogni insegnamento. Così continuai a commettere gli stessi errori. Giorgio Scerbanenco

L'origine

Semplicemente, adesso, subito dopo aver eseguito le procedure igieniche, non meno sommarie che all'epoca nazista, ci avviavamo alla cappella per sentire la messa e ricevere la Santa Comunione, esattamente come all'epoca nazista ci eravamo recati nella stanza di soggiorno per ascoltare i notiziari e le istruzioni di Griinkranz; adesso cantavamo degli inni religiosi nel momento in cui prima avevamo cantato le canzoni naziste, e lo svolgersi della giornata si configurava, alla maniera cattolica, come un meccanismo punitivo identico a quello, sostanzialmente disumano, dell’epoca nazionalsocialista. Se, all'epoca nazista, prima dei pasti dovevamo allinearci sull'attenti lungo i tavoli della sala da pranzo, e solo dopo che il Griinkranz aveva detto Heil Hitler all'inizio del pasto potevamo sederci e cominciare a mangiare, adesso stavamo nell'identica posizione lungo i tavoli ogni volta che lo zio Franz diceva Signore, benedici il nostro cibo, e solo dopo potevamo sede...

FramMenti

In un altro esperimento spesso citato, gli studenti di teologia del Princeton Theological Seminary erano stati informati che dovevano tenere una relazione sulla parabola del buon samaritano. Quando venivano congedati per andare a tenerla in un luogo poco distante, ad alcuni di essi veniva detto che erano già in ritardo di qualche minuto. Prima di raggiungere la loro destinazione incontravano un uomo accasciato in un vicolo, che tossiva e gemeva, ed era chiaramente in difficoltà. La stragrande maggioranza di coloro che pensavano di essere in ritardo ignorò l’uomo. Alcuni letteralmente lo calpestarono. David Edmonds

Capelli bianchi

“Ieri notte ho iniziato una lista delle cose che mi ha portato l'età adulta: i capelli bianchi che mescolati a quelli neri li fanno luccicare, la giusta proporzione di resistenza e resa, la lucidità sentimentale, il desiderio di fare durare le cose, perdonare e farsi perdonare, la sopravvivenza ripetuta a malattie mortali, la capacità a volte di non litigare, seattle, los angeles, new york, il nuovo messico, washington, d.c. e la prospettiva di viaggiare in tutta l'america e altrove, i libri di roberto bolaño, i motel, gli amici che ci sono da decenni e non vanno via, i ritorni, di nuovo i ritorni, l'amore come stato permanente e non avere più paura di perderlo. è una lista aperta e se metti un non all'inizio c'è anche tutto quello che ho perso. una volta parlavo con un amico di una persona, e l'amico mi ha domandato: ma di cosa sei innamorata? non avevo una risposta, e mentre la cercavo ragionavo sul fatto che la distanza tra amore e non amore è troppa, non la ...

FramMenti

Poiché in fondo non ci siamo interessati a nient’altro che alle nostre acrobazie e al nostro lavoro, disse, ci siamo trovati nella terribile impossibilità di intenderci con il mondo circostante, che in cambio ci ha punito con il suo totale disinteresse. Il mondo circostante semplicemente ci ha ignorati nel momento in cui non gli abbiamo più dimostrato il minimo interesse, è ovvio, disse. Thomas Bernhard

Essere vivi

Essere vivi ora vuol dire avere sete essere abbagliati dal sole fra gli alberi ricordare all’improvviso una melodia starnutire tenerti per mano essere vivi essere vivi ora vuol dire minigonna un planetario Johann Strauss Picasso le Alpi vuol dire imbattersi in tutte le cose belle e poi essere attenti e opporsi al male che vi si nasconde essere vivi essere vivi ora vuol dire poter piangere poter ridere potersi arrabbiare vuol dire libertà essere vivi essere vivi ora vuol dire un cane che abbaia in lontananza ora la terra che sta girando ora da qualche parte il primo vagito che si alza ora da qualche parte un soldato ferito ora è un’altalena che dondola ora è l’ora che passa ora essere vivi essere vivi ora vuol dire il battito d’ali degli uccelli vuol dire il fragore del mare il lento procedere di una lumaca vuol dire gente che ama il tepore della tua mano vuol dire vita. Shuntarō Tanikawa

FramMenti

…sono veri e propri costumi quelli che si mettono oggi i giovani per recitare fino in fondo le loro parti semplicissime, costruendo un mondo di fantasia per non affrontare la dura realtà che essere un uomo nella società delle macchine significa non essere indispensabile, il molle ausiliario di ciò che è utile e duro. Gore Vidal

Cinema Albero

Uomini che come me sprecano la loro vita cercando di viverla, uomini che hanno un'altissima opinione di sé. Uomini che come me fuggono, che pensano molto e sognano poco, che affermano arroganti che l'uomo moderno è prodotto del fuoco e non della fantasia; omuncoli che come me ostentano il proprio fallimento, con l'anima zoppa come me, con tracce di acne sulla faccia e sul culo come me, con uccelli medi e boriosi come il mio. Uomini che si affacciano ma non saltano mai, che viaggiano per il mondo ma non arrivano mai, come me pieni fino agli occhi di vanità ed egoismo, depressi, insignificanti, insopportabili. E mi dico mille volte la stessa cosa e non ci riesco, c'è sempre qualcosa a cui aggrapparsi per farla franca, per fuggire dal luogo del delitto sapendo che il delitto sono io e non posso fare ritorno a nessuna delle mie illusioni, e che non esistono nuove illusioni, e che gli uomini in lontananza per quanto tenti di crederlo non sono come me. Perché sono solo con la...

FramMenti

…mi sono anche chiesto se fosse valsa la pena spendere tante ore di vita nell’illusione di scoprire, in complicità con un libro, come funzioni la macchina del mondo, quali i grovigli del cuore, le poche nobiltà e le tante perfidie. Le infamie che gli uomini sanno così bene mistificare, specialmente quando le mutano in un’opera letteraria. Giuseppe Marcenaro

Notte d'inverno

Non è dato correggere il giorno con sforzi di lampade, né sollevare alle ombre i veli di gennaio. Sulla terra è inverno e il fumo dei fuochi non riesce a raddrizzare le case, che giacciono coricate fianco a fianco. Panini di lampioni e marzapane di tetti e nero su bianco nella neve lo stipite della palazzina: è casa signorile e in essa io sono istitutore. Sono solo -ho mandato l'allievo a dormire. Nessuno è atteso. Ma è tirata la tenda. È tutto cumoli il marciapiede, ingombro il terrazzino. Ricordo non agitarti! Saldati a me! Credi e fammi credere che sono un tutt'uno con te. Di nuovo volto a lei? No, non ne sono turbato. Chi le ha rivelato i tempi, chi l'ha messa sulla traccia? Fu quel colpo l'origine di tutto. Quanto al resto ora, grazie a lei, non me ne importa. È tutto cumoli il marciapiede. Tra le biforcature della neve le gelate bottiglie delle lastre di ghiaccio nude, nere. Panini di lampioni e sul comignolo, come gufo, nelle piume affondato, un fumo ritroso. Bor...

FramMenti

Nessuno si aspettava più informazioni personali, perché non sentiva più il bisogno di informarsi di qualcosa. Le domande erano diventate tutte retoriche, e le risposte tanto stereotipate che per esse non c’era più bisogno di persone, bastavano le cose… Peter Handke

La neve dell'Ammiraglio

Ma se mi soffermo a considerare più attentamente queste ricorrenti cadute, questi mancati appuntamenti che continuo a dare al destino con la stessa ripetuta goffaggine, mi rendo conto che, al mio fianco, è andata scorrendo un'altra vita. Una vita che è trascorsa al mio fianco senza che io lo sapessi. È lì, continua ad essere lì: è la somma di tutti i momenti in cui ho rifiutato quella svolta del cammino, in cui ho eliminato quell'altra possibile via d'uscita, e così si è andata formando la cieca corrente di un altro destino che avrebbe potuto essere il mio e che, in un certo modo, continua ad esserlo laggiù, su quell'altra sponda su cui non sono mai stato e che corre parallela al mio itinerario quotidiano. Mi è estranea e, ciononostante, attira a sé tutti i sogni, le fantasie, i progetti, le decisioni che fanno parte di me quanto questa inquietudine presente e che avrebbero potuto dare forma alla materia di una storia che ora trascorre nel limbo del contingente. Una sto...

FramMenti

La vita è in perdita, si perde tutto: la madre, il padre, la giovinezza, i capelli, i denti, gli amici, gli amanti, la forma fisica, la ragione, la vita. Non si fa altro che perdere, perdere, perdere. Martin Amis

Correzione

Bisogna potersi alzare e andarsene da tutte le compagnie che non servono a niente […] e lasciarsi dietro le facce che non dicono niente e le menti spesso di una stupidità senza fine, uscire, andarsene via, lontano, e lasciare dietro di sé tutto ciò che è connesso a queste compagnie inservibili […], bisogna avere la forza e il coraggio e la durezza, anche contro se stessi, di lasciarsi alle spalle tutte queste persone e queste menti ridicole, inutili, ottuse e inspirare, espirare tutto ciò che abbiamo lasciato indietro e inspirare qualcosa di nuovo, bisogna abbandonare il più rapidamente possibile queste compagnie inutili, che si sono riunite per nient’altro che ottusità al fine di non diventare parte integrante di queste compagnie ottuse, lasciare queste compagnie e rientrare in se stessi per trovare in se stessi conforto e chiarezza. Bisogna avere il coraggio e la forza di troncare con compagnie simili, con le conversazioni, con i crimini verbali e così via nei quali siamo stati coin...

FramMenti

In un angolo remoto dell’universo scintillante e diffuso attraverso infiniti sistemi solari c’era una volta un astro, su cui animali intelligenti scoprirono la conoscenza. Fu il minuto più tracotante e più menzognero della «storia del mondo»: ma tutto ciò durò soltanto un minuto. Dopo pochi respiri della natura, l’astro si raggelò e gli animali intelligenti dovettero morire. Friedrich Nietzsche

Melancolia della resistenza

…si rese conto con orrore che per tutta la vita non aveva fatto altro che scappare, per rifiuto della grossolanità del mondo si era rifugiato nella musica, dalla musica nell'autopunizione, da qui nel puro pensiero, e infine aveva abbandonato anche quello, insomma, non aveva fatto altro che ritirarsi, posizione dopo posizione, come se l’angelo che guidava il suo destino gli avesse fatto sbagliare strada per raggiungere il traguardo opposto: a forza di indietreggiare era arrivato a una gioia quasi ingenua verso le cose, a capire che finalmente non c'era nulla da capire, ad ammettere che se “un senso del mondo” esiste, questo trascendeva la sua ragione, e se un uomo riesce a intuire e prendere in considerazione lo stretto che lo riguarda è già tanto. László Krasznahorkai

FramMenti

E così per ore, puro ventriloquismo, ciarle fino alla nausea, una disciplina quasi orientale nella sua totale esclusione di ogni contenuto e il concentrarsi su locuzioni prive di significato, il cicaleccio della paura della vita sociale frammisto al desiderio, perché dei miei amici non avevo solo paura, volevo anche riuscire a farmi amare. Edmund White

Dal tragico all'osceno

Una società gaudente, ludica, stupidamente euforica, arrogantemente dimentica dell’angoscia del morire, mollemente immersa nel regime di simulazione delle ombre sintetiche, delle immagini autoreferenziali interamente digitalizzate; una società che nella panacea della visibilità elettronica, nell'idealismo assoluto di un mondo divenuto finalmente identico alla propria rappresentazione, nella vertigine esangue del virtuale – immagine partoritasi da sé e non da un corpo travagliato a cui deve comunque rimandare, a cui dovrà pur ritornare – s’illude di poter mettere a morte la morte, di potersi emancipare una volta per tutte dal lugubre, luttuoso lavoro di sopravvivenza attraverso l’immagine, quel lavoro iniziato da nostri progenitori, millenni or sono, in un mondo popolato da ombre di belve e di avi defunti, tutti assetati del loro sangue caldo di viventi. Antonio Scurati

FramMenti

Il genetista J. B. S. Haldane diceva sempre scherzando che, se c’è un Dio, deve avere «una predilezione maniacale per i coleotteri», dal momento che ne ha create 350 000 specie diverse. Julian Barnes

Angelus novus

C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, e le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine cresce davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta. Walter Benjamin

FramMenti

Mi chiedo se la memoria sia verità e so che non può esserlo, ma so che nonostante ciò si vive di ricordi e non di verità. Stravinskij  

Terzo filo d’erba

Sento il battito delle parole come si avvicina Non voglio rompere l'incantesimo di quest'acqua e lascio che mi attraversi. Divento trasparente. Finisce lo zampillo e la poesia non è stata scritta. Non è niente. Nemmeno un attimo di respiro. Forse solo una lacrima. (da Lettere aperte, 19 Rosa Fabregat

FramMenti

Sempre frasi fatte altrui, per poi scoprire che sono le nostre stesse inette frasi che stiamo ascoltando, la nostra sconfinata inettitudine, la nostra sconfinata pazzia, la nostra sconfinata mancanza di amore, il no­stra odio sconfinato. Thomas Bernhard

Herzog

Per esempio? Be’, per esempio, che cosa significa essere un uomo. In una città. In un secolo. In transizione. In una massa. Trasformato dalla scienza. Sotto il potere organizzato. Soggetto a tremendi controlli. In una condizione determinata dalla meccanizzazione. Dopo il recente fallimento di radicali speranze. In una società che non aveva nulla della comunità e che svalutava la persona… per la moltiplicata potenza delle cifre che rendevano il sé trascurabile. Che spendeva miliardi in armamenti contro nemici stranieri, ma che non era disposta a pagare niente per un po’ d'ordine in casa propria. Che permetteva crudeltà e barbarie fin nelle proprie grandi città. Allo stesso tempo, la pressione esercitata da milioni di esseri umani che hanno scoperto cosa possano sforzi e pensieri concertati insieme. Come i megatoni d'acqua plasmano gli organismi sul fondo del mare. Come i flutti levigano le pietre. Come i venti scavano le scogliere. Il bellissimo supermacchinario che apre una nuo...

FramMenti

È una malattia. La gente ha smesso di pensare, di provare emozioni, di interessarsi alle cose; nessuno che si appassioni o creda in qualcosa che non sia la sua piccola, dannata, comoda mediocrità. Richard Yates

Spillover. L'evoluzione delle pandemie

Abbiamo aumentato il nostro numero fino a sette miliardi e più, arriveremo a nove miliardi prima che si intraveda un appiattimento della curva di crescita. Viviamo in città superaffollate. Abbiamo violato, e continuiamo a farlo, le ultime grandi foreste e altri ecosistemi intatti del pianeta, distruggendo l’ambiente e le comunità che vi abitavano. A colpi di sega e ascia, ci siamo fatti strada in Congo, in Amazzonia, nel Borneo, in Madagascar, in Nuova Guinea e nell’Australia nordorientale. Facciamo terra bruciata, in modo letterale e metaforico. Uccidiamo e mangiamo gli animali di questi ambienti. Ci installiamo al posto loro, fondiamo villaggi, campi di lavoro, città, industrie estrattive, metropoli. Esportiamo i nostri animali domestici, che rimpiazzano gli erbivori nativi. Facciamo moltiplicare il bestiame allo stesso ritmo con cui ci siamo moltiplicati noi, allevandolo in modo intensivo in luoghi dove confiniamo migliaia di bovini, suini, polli, anatre, pecore e capre - e anche ce...

FramMenti

Non dico una parola su ciò che mi umilia, non li lascio guardare dentro di me, vedere ciò che ogni giorno mi fa diventare ciò che sono, che non voglio essere, tutto ciò che dico, tutto è ancora più disgustoso se qualcuno vuole avere pietà di me quando io non ho alcuna pietà, per niente al mondo, agisco con cattiveria contro me stesso, poi mi comporto di nuovo in modo indegno contro di me, servile, adulo me stesso: un uomo puzza di poesia, appesta l’aria con la sua poesia: sete, fame, non senza la malattia della gloria, facce come si vedono a milioni, per paura. Thomas Bernhard

Il cigno nero

Noi esseri umani amiamo il tangibile, la conferma, il palpabile, il reale, il visibile, il concreto, il conosciuto, il visto, il vivido, il visuale, il sociale, il radicato, l’emotivamente carico, il saliente, lo stereotipato, il toccante, il teatrale, il romanzato, ciò che è di facciata, l’ufficiale, la verbosità che sembra erudizione (le stronzate), il pomposo economista gaussiano, le scemenze matematizzate, il fasto, l’Académie française, la Harvard Business School, il premio Nobel, i completi scuri con le camicie bianche e le cravatte di Ferragamo, il sermone toccante e il sensazionale. Ma soprattutto preferiamo il narrato. Purtroppo l’attuale versione della razza umana non comprende le questioni astratte perché le serve un contesto, e il caso e l’incertezza sono astrazioni. Rispettiamo ciò che è accaduto, ma ignoriamo ciò che sarebbe potuto accadere. In altre parole, per natura siamo poco profondi e superficiali, e non lo sappiamo. Nassim Nicholas Taleb

FramMenti

La gente non ascolta, aspetta solo il suo turno per parlare.  Chuck Palahniuk

Forza

Nemmeno io sono stato lo sventurato messaggero di un’idea più forte di me, né il suo zimbello, né la sua vittima, poiché questa idea, se mi ha vinto, ha vinto solo per mezzo mio, e infine è sempre stata alla mia misura, l’ho amata e non ho amato che lei, e tutto ciò che è accaduto l’ho voluto, e non avendo avuto altro sguardo che per lei, dovunque essa sia stata e dovunque io abbia potuto essere, nell’assenza, nella sventura, nella fatalità delle cose morte, nella necessità delle cose vive, nella fatica del lavoro, nei volti nati dalla mia curiosità, nelle mie parole false, nei miei giuramenti bugiardi, nel silenzio e nella notte, le ho sempre dato tutta la mia forza e lei mi ha dato tutta la sua, in modo che questa forza troppo grande, incapace d’essere distrutta da alcunché, forse ci destina a una sventura smisurata, ma se è così, questa sventura l’assumo su di me, rallegrandomene a dismisura, e a lei dico eternamente: «Vieni», ed eternamente è là. Maurice Blanchot

FramMenti

Sappiamo già come va a finire. Moriremo, così come tutti quelli che amiamo, e alla fine giungerà la morte termica: tutto nell’universo smetterà di trasformarsi, le stelle si spegneranno e non resterà più nulla se non un vuoto infinito, gelido e senza vita. L’esistenza umana, con tutto il suo clamore e la sua tracotanza, è destinata a un’eterna insensatezza. Will Storr

Divertirsi da morire

Orwell temeva che i libri sarebbero stati banditi; Huxley, non che i libri fossero vietati, ma che non ci fosse più nessuno desideroso di leggerli. Orwell temeva coloro che ci avrebbero privati delle informazioni; Huxley, quelli che ce ne avrebbero date troppe, fino a ridurci alla passività e all’egoismo. Orwell temeva che la nostra sarebbe stata una civiltà di schiavi; Huxley paventava l’avvento di una cultura volgare, interessata soltanto a cose frivole. Nel Ritorno al mondo nuovo, i libertari e i razionalisti – sempre pronti a opporsi al tiranno – “non tennero conto che gli uomini hanno un appetito pressoché insaziabile di distrazioni”. In 1984, aggiunge Huxley, la gente è tenuta sotto controllo con le punizioni; nel Mondo nuovo, con i piaceri. In breve, Orwell temeva che saremmo stati distrutti da ciò che odiamo, Huxley, da ciò che amiamo. Neil Postman

FramMenti

La grandiosa versione che racconta del mondo è che noi siamo gli agenti morali che lottano contro avversari titanici in difesa della nostra vita o persino del mondo intero. È una storia che dà significato alle nostre esistenze. Ci fa distogliere lo sguardo dal vuoto terrificante che incombe su di noi e ci costringe a puntare gli occhi sull’urgenza del presente. Will Storr

Umanità non l’hai mai avuta dall’inizio

I morti giungono correndo di sbieco con in mano una pubblicità del dentifricio. I morti sono ubriachi a capodanno, soddisfatti a natale, riconoscenti nel giorno del ringraziamento, annoiati il quattro di luglio, ozianti per la festa dei lavoratori. Confusi a pasqua, offuscati ai funerali, buffoni negli ospedali. Nervosi alla nascita. I morti comprano calze e calzoncini e cinture e tappeti e vasi e tavolini da caffè. I morti ballano con i morti, i morti dormono con i morti, i morti mangiano con i morti. Ai morti viene fame quando vedono teste di maiale. I morti s’arricchiscono i morti si fanno più morti, quei figli di puttana. Questo cimitero sopra la terra una tomba per la sporcizia. Io dico: umanità non l’hai mai avuta dall’inizio. Charles Bukowski

FramMenti

La prima cosa da capire, se desideri diventare un filosofo, è che la maggior parte delle persone attraversa la vita con un intero mondo di credenze che non ha alcun tipo di giustificazione razionale. […] Le opinioni delle persone sono progettate principalmente per farle sentire a proprio agio; la verità è una considerazione secondaria. Bertrand Russel

Molto bene

Finché anch’io arrivo a un punto che certo è il culmine del racconto e mi strappa un forte: «Ah! Che splendida pensata! Com’è ben detto!» e chiudo per un momento gli occhi per ripensare a quanto ho letto, che apre un varco nella babele dei miei pensieri, mi fa scorgere prospettive del tutto nuove, fa fluire verso di me nuove idee e associazioni, sì, mi mette perfino nell’orecchio quell’eterna pulce: «Devi cambiare la tua vita!» E quasi meccanicamente allungo la mano verso la matita e penso: «Questa te la devi segnare», e «ci scriverai vicino un “Molto bene” con un grosso punto esclamativo, e con un paio di parole chiave annoterai i pensieri che questo brano ti ha fatto venire in mente, per aiutare la memoria e documentare il rispetto che provi per l’autore che ti ha così illuminato!» Ma, sorpresa! Quando porto la matita sulla pagina per scarabocchiarci il mio «Molto bene!» mi accorgo che un «Molto bene!» c’è già, e anche le parole chiave che volevo annotare il lettore che mi ha precedu...

FramMenti

Ho desiderato solo una cosa: essere libero, e cioè che mi si lasci tranquillo, che non ci si occupi in alcun modo di me. È per questo che la sollecitudine, i regali mi danno fastidio quanto un insulto. Non mi piace dipendere da nessuno. Qui sta la fonte della mia solitudine e della mia assenza di fede. Cioran

Il ritorno di Filip Latinovicz

 Quanto sono tristi le Igee di gesso nelle vetrine impolverate delle farmacie! Come la latta dei giocattoli, sottili e trasparenti e privi di senso, così sono gli steccati degli schemi mentali che gli esseri umani mettono fra sé e la verità e la concretezza della vita. In effetti sono come i mattoncini dei giocattoli infantili, le religioni, gli assurdi usi natalizi, idilli che introducono il culto della pura menzogna, e da ogni parte spunta la merce: comprate margarina, cioccolata, arance, vaniglia, tessuti, gomma! Gli esseri umani hanno inventato la tappezzeria, i tappeti, il parquet, i tubi dell’acqua calda, le porte a vetri, i pesciolini dorati, i cactus e intere vetrine di libri nei loro appartamenti che nessuno mai legge. Gli esseri umani hanno ammucchiato sotto i loro tetti la maiolica cinese, gli acquerelli, le tovaglie damascate, le calze di seta, le pellicce e le pietre preziose. Gli esseri umani si dipingono le unghie come gli antichi orientali, fanno il bagno in vasche ...

FramMenti

 C'è, e c'è sempre stato, un culto dell'ignoranza. Il ceppo dell'anti-intellettualismo è stato un filo costante intessuto attraverso la vita politica e culturale, alimentato dalla falsa convinzione che la democrazia significhi che la mia ignoranza valga quanto la tua conoscenza. Isaac Asimov - tratto da un articolo di Isaac Asimov dal titolo "A Cult of Ignorance" (Il culto dell'ignoranza), pubblicato sulla rivista Newsweek in data 21 gennaio 1980, nella rubrica: Il mio turno.

Conversazione in Sicilia

 Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. Credere il genere umano perduto e non aver febbre di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla. Non mi importava che la mia ragazza mi aspettasse; raggiungerla o no, o sfogliare un dizionario era per me lo stesso; e uscire a vedere gli amici, gli altri, o restare in casa era per me lo stesso. Ero quieto; ero come se non avessi mai avuto un giorno di vita, né mai saputo che cosa significa esser felici, come se non avessi nulla da dire, da affermare, negare, nulla di mio da mettere in gioco, e nulla da ascoltare, da dare e nessuna disposizione a ricevere, e come se mai in tutti i miei anni di esistenza avessi mangiato pane, bevuto vino, o bevuto caffè, mai stato a letto con una ragazza, mai avuto dei figli, mai preso a pugni qualcuno, o non credessi tutto questo possibile, come se mai avessi avuto un’infanzia in Si...

FramMenti

 …perché si sa che tutto è vanità, che la storia può prendere qualsiasi piega senza che questo apporti il minimo cambiamento a un’unica cosa, del resto immutabile: che l’uomo soffre, ama invano e alla fine muore. Emmanuel Carrere

La scienza dello storytelling

Dedichiamo gran parte della nostra esistenza a trovare prove che confermino l’esattezza del modello allucinatorio racchiuso nel nostro cranio. Siamo attratti da quel tipo di arte, da quei media e da quelle storie che combaciano con i nostri modelli, e proviamo un senso di irritazione e di estraneità nei confronti di quelle che invece se ne discostano. Osanniamo quei leader culturali che si fanno paladini delle nostre bandiere e, di fronte ai loro avversari, ci sentiamo offesi, profondamente irritati, oltraggiati e proviamo il desiderio di punirli, magari augurando loro ogni tipo di umiliazione. Amiamo circondarci di gente che “la pensa come noi”. La parte più piacevole del nostro tempo sociale è quella che dedichiamo a stringere “legami” ancor più forti con i nostri simili, per offrirci conferme a vicenda e ribadire quanto abbiamo ragione, soprattutto se si tratta di questioni controverse. Quando incontriamo persone con modelli neurali insolitamente simili ai nostri, non smetteremmo ma...

FramMenti

Gli esseri umani sono disposti a credere a qualunque cosa tranne che alla verità. Carlos Ruiz Zafón

L'animale inquieto

 Il vivere in modo eccessivamente negativo quello che ci capita è spesso conseguenza, oltre che di un impuntarsi sul lato emotivo a posteriori della scontentezza, anche di una visione distorta della realtà: una visione che vuole escludere il caso e il caos, pretendendo di etichettare ogni evento con un giudizio eziologico che ne individui le cause e uno di valore che sancisca il giusto e lo sbagliato. Tuttavia, in natura, caso e caos regnano sovrani ed è regola, piuttosto che eccezione, che gli eventi non siano inquadrabili in una struttura di senso che abbia fondamenta in cause determinabili e affacci su orizzonti valoriali. Edoardo Boncinelli - Marco Furio Ferrario

FramMenti

Ciò che ci manca – ciò che perdiamo e di cui piangiamo la perdita – non è ciò che, in profondità, ci rende quello che siamo veramente? Per non parlare di ciò che volevamo dalla vita e non abbiamo mai avuto. Certamente vero dopo una certa età. E questa età arriva prima di quanto alla gente piaccia credere. L'amico fedele - Sigrid Nunez

La città di notte

Io sono stato quel che sono stato sogni ho costruito senza fondamenta comete e chimere inseguendo in cielo e magro trofeo, le lor code fra le mie mani ho conservato. Sul piatto mare delle illusioni, spinto dagli alisei preceduto da frotte di delfini giocolieri, da solo ho a lungo navigato. I giorni si sono susseguiti alle notti le notti ai giorni, nel cangiare del tempo e delle varie sue stagioni. Beffarda ancora m’è parsa una chimera, ormai purtroppo sì, siamo alla fine di questo lungo e assurdo giorno che han voluto chiamar vita, meglio è non pensarci, ma inesorabile s’approssima ormai, una lunga eterna sera. Tino Signorini

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