Dieci miti su Israele

La soluzione a due stati si basa sull’idea che uno stato ebraico sia la soluzione migliore per il problema ebraico; cioè, gli ebrei dovrebbero vivere in Palestina piuttosto che altrove. Questa idea è proprio quella degli antisemiti. La soluzione a due stati, indirettamente, si basa sul presupposto che Israele e l’ebraismo siano la stessa cosa. Così Israele insiste sul fatto che tutto ciò che fa è in nome dell’ebraismo, e quando le sue azioni vengono condannate in tutto il mondo la critica non è rivolta solo a Israele ma anche all’ebraismo. Il leader laburista britannico Jeremy Corbyn è stato oggetto di molte accuse quando ha spiegato, secondo me correttamente, che incolpare l’ebraismo per le politiche di Netanyahu è come incolpare l’islam per le azioni dello Stato Islamico. Questo è un parallelismo valido, anche se ha profondamente turbato la sensibilità di una parte dell’opinione pubblica.

La soluzione a due stati è come un cadavere tirato fuori di tanto in tanto dall’obitorio, ben vestito e presentato come un essere vivente. Quando viene dimostrato ancora una volta che si tratta di un morto, viene riportato all’obitorio. In futuro, l’unica cosa che potrebbe cambiare è che le Nazioni Unite ammettano la Palestina come membro a pieno titolo. Allo stesso tempo potremmo anche assistere al completamento dell’acquisizione israeliana dell’area C (più del cinquanta percento della Cisgiordania). La tensione tra le due cose – l’atto simbolico nel consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la realtà sul campo – potrebbe rappresentare un punto di non ritorno per la comunità internazionale. Il migliore degli scenari è che tali circostanze costringano tutti a tornare al tavolo dei negoziati e a ripensare una soluzione al conflitto dalle sue origini. "

Ilan Pappé, Dieci miti su Israele, traduzione di Federica Stagni, postfazione di Chiara Cruciati, Tamu editore, 2022. [Libro elettronico]

[Edizione originale: Ten Myths About Israel, New York: Verso, 2017] 

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