On the road … il rotolo del 1951

Jack Kerouac - Sulla strada

"Voglio scrivere le cose così come sono andate!”. Era l’aprile del ’51 e l’aria era elettrica nel sobborgo newyorkese del Queens, le strade pullulano di gente, un giradischi suona un indiavolato bebop, un uomo si dimena freneticamente su una macchina da scrivere che tinge di inchiostro un “rotolo” di carta lunga 36 metri. Febbrili i movimenti, la strada e lì che aspetta, il viaggio è intenso, quello della vita, non c’è ritorno, l’inquietudine che si fa febbre di andare a scoprire se stessi, il mondo, alla ricerca dell’attimo fuggente vissuto, sempre nuovo e irripetibile, fatto di città, amicizia, follia, sesso, alcool, musica, droga, jazz, macchine, donne, tristezza e ansia dell’andare in nessun posto, ma andare, perché più in là c’è sempre qualcos’altro da scoprire, da inventare, ricercare … in quest’America di sterminati paesaggi, tramonti e cieli stellati da Est a Ovest, da New York a Los Angeles, nel fango nella polvere sotto un sole cocente, nel freddo e nell’amore per la vita che si disperde lungo il cammino sotto il tetto stellato di una calda estate, sporca estate, per poi ripartire senza sentire il peso del tempo che ti spacca la schiena al suono del più ritmato Charlie Parker, non puoi più fermarti, lo spirito vuole andare, il corpo limita, allora liberiamocene!, l’a-benzedr-drenal-ina ci aiuterà! e l’alcool scorre a fiumi in queste notti deliranti alla continua ricerca del senso della vita per paura della morte, dell’esperienza vissuta sulle ossa, su ogni poro della pelle.
Scritto in jazz, linguaggio ritmico sovversivo in grado di rompere gli schemi precostituiti di una società rigidamente fondata su ideali di libertà e stringenti convenzioni sociali, il rotoloon the road” ha cambiato il modo di vivere dei giovani di tutto il mondo diventando la bibbia della beat generation.
Istinto e ideali, in poco meno di tre settimane, Jack Kerouac esplode sulla carta tutta la sua energia emotiva che giunge fin dentro il buco del mondo per intercettare la “sonorità interiore di un paese”, cento parole al minuto, tutte d’un fiato, senza punteggiatura, né spazi e separazioni, rompendo i confini tra vita reale e finzione, perché la vita è il più bel film che sia mai stato prodotto.
Censurato nei successivi anni alla prima stesura “On the road”, fu rifiutato da diverse case editrici per la sua illeggibilità e invendibilità, per poi essere pubblicato dopo varie revisioni nel 1957 dalla Viking Press.
Sintesi delle vicende di sette anni di viaggi realmente effettuati da Jack Kerouac (Sal Paradise) in compagnia di Dean Moriarty (Neal Cassady) e numerosissimi amici come Allen Ginsberg (Carlo Marx) a William S. Burroughs (Old Bull Lee), il rotolo del 1951 (“The original scroll”), pubblicato in Italia nel settembre del 2010 da Mondadori, contiene il manoscritto originale del romanzo così com’è stato pensato dalla mente dello scrittore, senza il filtro della censura, nudo e puro flusso di pensieri.

Nel 2001, la copia originale del rotolo è stato battuta all’asta per 2 milioni di dollari ed è fino ad ora stata esposta più di una volta in diverse occasioni.


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