La democrazia esigente

 Qualsiasi democrazia si basa su un presupposto ripetutamente riformulato e ridefinito: essa non è il migliore dei mondi possibili.

Per quanto incomparabilmente migliore di qualsiasi altro regime politico, ciascuna democrazia sa che il suo codice genetico ne afferma la costante perfettibilità nella consapevolezza che nessun assetto politico riuscirà mai ad assurgere alla perfezione. Pertanto, non saranno le considerazioni compiaciute a fare crescere e migliorare i regimi democratici. Gioveranno a questo scopo le critiche fondate, tanto più credibili se provenienti da chi ha saputo rinunciare a numerosi e facili privilegi. Saranno utili le alternative praticabili, adeguatamente delineate. Saranno importanti le intransigenze motivate.

Critiche, alternative, intransigenze costituiscono il motore del cambiamento, del rinnovamento, oppure anche, semplicemente, dell'adeguamento a condizioni nuove della stessa vita democratica, in special modo se investita dal vento dell'alternanza. Critiche, alternative, intransigenze saranno rafforzate in special modo dal rigoroso richiamo all'impegno personale (il kennedyano «chiediti che cosa puoi fare per il tuo paese»). "

Gianfranco Pasquino, La democrazia esigente, Il Mulino (collana Tendenze), 1997¹, pp. 61-62.


Commenti

Etichette

Mostra di più