Petrolio

 Un borghese non sa realmente apprezzare un'innocenza che non sia quella insegnata nei libri di scuola e nel codice non scritto della società. Anzi, egli prova, per l'innocenza, una certa ripugnanza, di carattere razzista. I doveri li ha inventati per poter condannare l'innocenza che non li conosce. Tanto più che spesso l'innocenza è collegata alla delinquenza: e se, quindi, è fuori dalla cultura è anche fuori dalla legge. Il borghese prova sempre davanti all'innocenza un senso di spavento, e, nel migliore dei casi la giudica come un prodotto inferiore del proprio modo di vivere, non sapendo o non volendo immaginare i termini dell'altro modo di vivere, a cui essa appartiene. Così, annettendola alla propria storia, può liberarsene, lavarsene le mani, sfuggirla, [tagliare la corda] da luoghi in cui essa è relegata.

Pier Paolo Pasolini, in "Petrolio", Appunto 64, 1972-75. Prima ed. 1992. Ed. in lettura: Garzanti, 2025


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