Un punto di partenza fondamentale: la laicità 2/6

E’ a questo punto che i cardinali invadono il video come carri armati del Risiko in procinto di occupare la Kamchakta… torna in scena Pannella che cita “le grandi battaglie del divorzio e dell’aborto”, se la prende con la “partitocrazia” e inveisce contro il “potere clerico – fascista”… gli atei si scatenano reclamando il diritto di replica , Bruno Vespa organizza una puntata di Porta a Porta dove intervista il Papa, Bondi e la Sindone… il leader dell’UDC, Ma guardi/Casini, cerca perennemente una terza via al dibattito che per lui è sempre mal posto… i giornalisti scrivono di tutto in articoli di fondo e mediamente vanno a fondo coi loro articoli… si discute di differenze sostanziali tra laicità e laicismo, simbologia e pari opportunità, multiculturalità e identità perdute… il putiferio mediatico cresce, cresce, cresce…ma dopo circa settantadue ore tutto il dibattito si sgonfia, si affloscia, si spegne… qualcuno grida un ultimo “vergogna”…qualcun altro bisbiglia l’ennesimo “pensate alle crociate” e poi, dopo l’eco di un tristissimo “Roma ladrona! Federalismo” last minute che non c’entra un cazzo ma fa gioco, arriva il silenzio…Il tema torna nel dimenticatoio e si ricomincia con quiz, reality e veline…
Ho esagerato? Credo di no, anzi, forse sono stato fin troppo tenero. Ma l’ipocrisia di cui è intriso tutto questo gran discutere che si fa a proposito del tema della laicità (o forse – sarebbe meglio dire – a sproposito) rasenta veramente il grottesco. È impossibile riuscire a discutere serenamente di questo argomento. Troppi fattori entrano in gioco, sia naturalmente che in maniera indotta: paure, timori, superstizioni, interessi, perdita di rendita di posizione, perdita di posizione di rendita, inibizioni, convenienze politiche, ricatti….non lo accetto ma lo capisco…però bisognerebbe avere la freddezza necessaria per riuscire se non altro a comprendere spassionatamente qual è la struttura della problematica e quali sono le implicazioni che le varie soluzioni possibili prefigurano, tenendo presente, comunque, che non ci troviamo in una situazione di stallo in cui dobbiamo “decidere” che direzione prendere e finché non “si decide” si sta fermi…no… In questo momento sono già operative delle decisioni che fanno andare le cose già in una certa direzione e, se non si “ridecide”, le cose continuano ad andare avanti così.
La legge di inerzia di Newton non perdona. Poi si può anche sostenere che il dialogo è importante e che ogni volta che si parla e si discute qualche effetto lo si ottiene…si, queste sono le classiche “balle consolatorie”…i cambiamenti se ci sono, sono minimi, ma la verità è che non cambia mai nulla. Dopo le polemiche, la Chiesa Cattolica continua a gestire il suo potere temporale e il temporale che si è scatenato perde potere. A parte qualche piccolo rivolo dove si continua a discutere, per il resto, tutto va avanti come prima…
Un rivolo degno di attenzione, luogo di dibattito singolare, è senza dubbio l’UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti), associazione affascinante che propone spunti di analisi interessantissimi, ma che purtroppo io vedo contraddittoria nella sua intima costituzione (a meno che non ci siano problemi di accordo sul significato di alcuni termini). L’UAAR ha avuto un momento di massima visibilità nel gennaio 2009, quando non ha ottenuto il permesso di pubblicizzare le proprie idee su Dio. Ricordiamo il fatto. L’associazione aveva deciso di esporre su alcuni autobus dei cartelloni pubblicitari che recitavano così. “La cattiva notizia è che Dio non esiste, quella buona è che non ne hai bisogno“. La concessionaria della pubblicità ha impedito l’uscita dei manifesti, ufficialmente considerando l’affermazione lesiva della sensibilità dei credenti. L’azione è sembrata a molti un vero e proprio intervento censorio di stampo fascista.

Flavio Oreglio (continua)

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