Io sono un solo uomo, tu sei una tribù di donne

Amarti è problema grande, problema di corpi, problema di lingua, problema di cultura. Il mio braccio è corto mentre i tuoi rami sono carichi di frutti. Le mie ali sono spezzate e i tuoi cieli sono colmi di passeri. Le mie parole sono limitate e il tuo corpo è una accademia reale che colleziona poesia e inventa lingue. Con te non ci sono vie di mezzo, né opinioni a metà o emozioni dimezzate. Ogni cosa con te è un terremoto o non c'è. Ogni giorno con te è una insurrezione o non c'è. Ogni bacio sulla tua bocca è un inferno o non c'è. Così sono io da quando professo l'amore, da quando professo la scrittura. Ogni poesia che esce dalle mie dita è calda come il pane. Ogni donna sulla quale metto le mani ha il grembo gravido di cinquanta lune. Con te il clima moderato non esiste o la lunga tregua, né alcun equilibrio. L'equilibrio con una donna come te, impastata con le proprie mandorle, con il proprio miele, con il latte della sua femminilità, con la musica dei suoi pettini e anelli è un lusso culturale di cui non sono capace, un cedimento ridicolo del nitrito della mia virilità! Con te l'amore non ha uno scenario unico, né il sesso ha un unico modo, né i maschi hanno un unico odore. Ma guerre inutili senza alcun che vinca, dove i braccialetti si rompono sui braccialetti, gli orecchini sugli orecchini, i pettini sui pettini e le mie poesie in cima al tuo seno coperto di neve. Con te non esiste una linea retta, né una retta via. Sei opera astratta, misteriosa, dove il rosso mescolato all'azzurro, all'arancione e la poesia con la prosa, e l'ordine con il caos, la civiltà con la barbarie, l'esistenzialismo con il sufismo. Con te l'uomo nasce per caso e per caso muore! In quale modo potrei mettere fine alla guerra con un terremoto o un diluvio o con le fiamme di una giungla africana? Come potrei fare la pace con un'ape che si prepara a succhiarmi il sangue? Come potrei intendermi con il tuo corpo quando conosce soltanto la sua lingua? Come potrei vincere la battaglia? Io sono un solo uomo, tu, una tribù di donne.

Nizar Qabbani, poeta arabo siriano - Traduzione, Saleh Zaghloul

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