Si può
Si può, sai, stando qui stando molto fermi sostenere una stella. Si può dire alla foglia di cadere quando è ora e il frutto pilotarlo alla maturazione. Si può, credi, festeggiare ogni onda scandire i fili d'erba e nominare nell'aria il bene. Spingere il bene alle contrade pacificare spiriti di guerra. Sostenere la fiamma di ogni focolare nelle cucine piccole del mondo, nei tuguri portare la fiammella che trasforma in mangiare i frutti della terra. Tenere l'acqua nella trasparenza. Stando molto fermi si può adorare. Si può entrare nel dolore di un altro e sollevare. Asciugare il bucato. Volare. Si può far cuore col cuore della terra. Si può spezzare in infinità l'umana particella di carne. Scatenare il potenziale atomico che sta in ogni scaglia della nostra pelle. Festeggiare da lì la presente - nostra - eternità. Stando zitti e fermi è come dire ecco, ingravidatemi. Dirlo alle forze dirlo alle stagioni, al cielo, alle popolazioni invisibili dei mondi. Si fa un atto di fede, stando fermi. Si dice: credo in ciò che non si vede, so che non sono sola adesso in questa camera senza nessuno, so che nel vuoto apparente c'è una corrente feconda, una mano che guida la mia mano, una mente di creazione. So di non sapere il mistero del mondo. E so di preservarlo per la fecondazione di ogni vivente. Stando molto fermi si crea una fessura perché qualcosa entri e faccia movimento in noi, e ci lavori piano, come capolavoro da ultimare, a cui l'artista ignoto fa un ritocco con ispirata mano, quasi demente tanto forte è la spinta e delicata la certezza del tocco. Stanno più zitte le cose stando fermi. Anche un cucchiaio con la sua piccola ombra schiacciata sotto, porta una dose abbondante di mistero col mondo capovolto nella nicchia. Questo abbiamo fatto acciaio e carta. Tessiture di fili e di sostanze e questo siamo. Ultimo abbozzo, prima dell'umano.
Mariangela Gualtieri
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