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Visualizzazione dei post da aprile, 2025

FramMenti

Forse è proprio vero che di fatto non esistiamo finché non c’è qualcuno che ci vede esistere, che non parliamo finché qualcuno non è in grado di comprendere ciò che diciamo, in sintesi, che non siamo del tutto vivi finché non siamo amati. Alain de Botton

L’amore molesto

(…) Così fui dimenticata per strada. La folla dei pa­renti si era ritratta verso le periferie da cui era ve­nuta. Mia madre era stata sotterrata da becchini maleducati in fondo a un interrato maleodorante di ceri e di fiori marci. Io avevo mal di reni e crampi al ventre. Mi decisi a malincuore: strisciai lun­go la parete rovente dell’Orto Botanico fino a piazza Cavour, in un’aria resa più pesante dai gas delle automobili e dal ronzio di suoni dialettali che decifravo malvolentieri. Era la lingua di mia madre, che avevo cercato inutilmente di dimenticare insieme a tante altre cose sue. Quando ci vedevamo a casa mia, o venivo io a Napoli per visite rapidissime di mezza giornata, lei si sforzava di usare uno stentato italiano, io scivolavo con fastidio, solo per aiutarla, nel dialetto. Non un dialetto gioioso o nostalgico: un dialetto senza naturalezza, usato con imperizia, pronunciato stentatamente come una lingua straniera mal nota. Nei suoni che articolavo a disagio, c’era l’eco delle...

FramMenti

E non posso dirtelo. Devi scoprirlo da te. Sono come un libro che tu devi leggere. Un libro non può leggersi da solo. Non sa nemmeno qual è il suo argomento. Io non so qual è il mio argomento. Christopher Isherwood

Le trasformazioni silenziose

La lingua cinese non ha mai detto il “tempo” in maniera unitaria e generale. Ma, da una parte, dice la stagione-momento-occasione (shi) che con la sua variazione ritma la vita delle cose, induce le nostre attività e serve da cornice al rituale: richiamando con la sua grafia i germi di vita contenuti nella terra e che il sole fa schiudere, il termine conserva profondamente radicato in sé il senso qualitativo e circostanziale; e, d’altra parte, dice la “durata” (jiu) che procede dall’alternanza di tali momenti e fa coppia con lo spazio (così nel “Canone moista”). Lo conferma il fatto che i Cinesi hanno dovuto tradurre “tempo” in cinese alla fine del XIX secolo, quando hanno incontrato il pensiero occidentale, con “fra-momenti” (shi-jian in cinese, ji-kan in giapponese). Fino ad allora, hanno pensato la variazione stagionale e insieme la durata che ne deriva, ma non hanno mai isolato un tempo omogeneo-astratto dalla durata dei processi. François Jullien, Le trasformazioni silenziose, ...

FramMenti

“Lasciarsi guidare dalla musica è anche un gesto di umiltà, riconosci la grandezza dell'altro e diventi grande insieme a lui”.  Ezio Bosso

L’abominio delle Lavanderie della Maddalena in Irlanda

Non è un velo pietoso quello steso sulla vita e lo sfruttamento di migliaia di donne, ma cumuli di terra, a coprire i corpi di molte disgraziate, abbandonate e dimenticate in istituti “misericordiosi”, dove la misericordia non è mai stata di casa. (...) A squarciare il velo su una situazione certo non inconsueta nel 18° e 19° secolo, ma non giustificabile nei decenni di fine 20°, è una circostanza fortuita: nel 1992 le Suore di Nostra Signora della Carità, in Irlanda, fanno operazioni un po’ troppo azzardate in borsa e sono costrette a vendere alcune proprietà a Dublino, per ripianare i debiti. Pietosamente chiedono di poter spostare i corpi delle donne sepolte nel cimitero di uno dei loro istituti, noti come Magdalene Laundries (lavanderie Maddalena). Nella lavanderia di Donnybrook, in pieno centro a Dublino, giacciono in una fossa comune i corpi di 155 donne, che nei calcoli delle suore sarebbero dovute essere 133: ci sono 22 cadaveri in più, senza contare che i certificati di morte ...

Mariano Fortuny

Immagine
Sea. Vesuvius in the background. 1874

FramMenti

Mi piace pensare che il popolo, alla lunga, farà più dei governi per promuovere la pace. Dwight Eisenhower

Canzona di Bacco

Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia! Chi vuole esser lieto, sia, di doman non c’è certezza. Quest’è Bacco e Arïanna, belli, e l’un dell’altro ardenti; perché ’l tempo fugge e inganna, sempre insieme stan contenti. Queste ninfe e altre genti sono allegri tuttavia. Chi vuole esser lieto, sia, di doman non c’è certezza. Questi lieti satiretti, delle ninfe innamorati, per caverne e per boschetti han lor posto cento agguati; or da Bacco riscaldati, ballon, salton tuttavia. Chi vuole esser lieto, sia: di doman non c’è certezza. Queste ninfe anche hanno caro da lor essere ingannate: non può fare a Amor riparo, se non gente rozze e ingrate; ora insieme mescolate suonon, canton tuttavia. Chi vuole esser lieto, sia: di doman non c’è certezza. Questa soma, che vien drieto sopra l’asino, è Sileno: così vecchio è ebbro e lieto, già di carne e d’anni pieno; se non può star ritto, almeno ride e gode tuttavia. Chi vuole esser lieto, sia: di doman non c’è certezza. Mida vien drieto a costoro...

FramMenti

Capisci che una persona sta peggio di te quando ti dice: tu per me sei un punto di riferimento. Cheeslaw Kiriowski

Anima

Anima! Crea... Trasforma... Sperimenta... ma poi, non dimenticare! Il Fine è tornare Anima! L'inizio dell'Uno è tornare ad essere il Tutto! Chissà dove, nascosto in seno alla mia nutrice, ci sono io: un piccolissimo uovo. Sembro fragile, ma è solo apparenza. La vita che contengo inizia silenziosamente, coraggiosamente e pazientemente il suo percorso. Nascerò e rinascerò, più e più volte, superando molteplici fasi, prima di rivelarmi al mondo. E vi dico! Non sarà importante, se prima di giungere a danzare alla luce splendente di mio fratello Sole, sarò stata intrappolata anche nel corpo di un bruco. Si! Avrò strisciato e mangiato voracemente per giorni, per poi ritrovarmi aggrappata e collegata ad un ramo da un sottilissimo filo di seta. Avrò, in quel corpo molle e per molti brutto e sgraziato, tessuto la mia nuova casa: il mio bozzolo. Per giorni, in balia del mondo circostante, diverrò crisalide. Rimarrò immobile e senza nutrirmi. L'alchimia che tutto crea avrà inizio. Il ...

FramMenti

Non mi sono mai chiesto perché scattassi delle foto. In realtà la mia è una battaglia disperata contro l’idea che siamo tutti destinati a scomparire. Sono deciso ad impedire al tempo di scorrere. È pura follia. Robert Doisneau

Asiatica

Mia cara, avrei voluto scriverle, anzi credo di avere cominciato, una volta. Ma non era il caso di farlo, in questi giorni di smania, in cui non so chi sono, di dove vengo, dove vado e che cosa si aspetta (o non si aspetta) da me. E poiché devo guadagnare denaro sono come una belva in gabbia –, ma non concludo niente – i libri volano contro la parete, le carte si trascinano per terra, ci faccio giocare il gatto. Solo la sera esco sola e percorro la città fino a tardi; ma poiché ho promesso ai miei di non mescolarmi al mio prossimo finché dura l’epidemia, non posso più chiedere alla folla il grande aiuto che mi dava nei giorni neri. Non esco mai dall'auto (solo iersera, verso le 12, sedetti sotto la statua di Marco Aurelio – c’erano due inglesi della mia età, uomo e donna, che avrebbero voluto parlare, si vedeva – e l’orologio che batteva limpido, nella grande conchiglia rosa. E ogni tanto una grande macchina che strisciava tutto intorno, come in una sala da ballo, e scompariva). Ho...

FramMenti

Le donne sono buone, e gli uomini anche, è la vita che è bastarda. Alicia Giménez-Bartlett - Vita sentimentale di un camionista

23 aprile 1971

I MILLE VETERANI DEL VIETNAM CHE IL 23 APRILE DEL 1971 LANCIARONO MEDAGLIE, ELMETTI E MONETINE SULLE SCALE DEL CAMPIDOGLIO PER DIRE BASTA ALLA GUERRA Era il 1971, e l’esercito degli Stati Uniti era impegnato nella sua doppia Guerra del Vietnam: nel sud dell’Asia combatteva con elicotteri, fucili e napalm, mentre all’interno dei confini doveva fronteggiare schiere di manifestanti che con quella guerra non erano d’accordo. Le manifestazioni contro la Guerra del Vietnam avevano molte anime: c’era chi la guerra l’aveva sempre rifiutata, chi era pacifista da sempre, chi aveva disertato la chiamata dello stato. E poi c’era chi quella guerra non la voleva perché l’aveva vista con i suoi occhi. Nell’aprile del 1971 l’esercito degli ex soldati intraprese una delle sue battaglie contro il governo che continuava a mandare ragazzi come loro a uccidere e a morire dall’altra parte del mondo. L’esercito della pace attaccò direttamente il quartier generale, il Campidoglio di Washington, con l’appoggio...

FramMenti

Il guaio della nostra educazione è che tutti ci insegnano come ottenere le cose e mai nessuno che ci insegni come rinunciarvi. Antonio Curnetta

Fantasia nostra

(…) quando il tuono e il vento e il sole e gli astri e gli animali e le piante e le mura de’ nostri alberghi, ogni cosa ci appariva o amica o nemica nostra, indifferente nessuna, insensata nessuna; quando ciascun oggetto che vedevamo ci pareva che in certo modo accennando, quasi mostrasse di volerci favellare; quando in nessun luogo soli, interrogavamo le immagini e le pareti e gli alberi e i fiori e le nuvole, e abbracciavamo sassi e legni, e quasi ingiuriati malmenavamo e quasi beneficati carezzavamo cose incapaci d’ingiuria e di benefizio; quando la maraviglia tanto grata a noi che spessissimo desideriamo di poter credere per poterci maravigliare, continuamente ci possedeva; quando i colori delle cose quando la luce quando le stelle quando il fuoco quando il volo degl’insetti quando il canto degli uccelli quando la chiarezza dei fonti tutto ci era nuovo o disusato, né trascuravamo nessun accidente come ordinario, né sapevamo il perché di nessuna cosa, e ce lo fingevamo a talento no...

FramMenti

Ogni colpo che viene esploso, ogni nave da guerra che viene inviata, ogni razzo che viene sparato, significa, in ultima analisi, un furto a coloro che soffrono la fame e non sono nutriti, coloro che hanno freddo e non sono vestiti. Il mondo in armi non sta spendendo soltanto dei soldi. Sta spendendo il sudore dei suoi lavoratori, il genio dei suoi scienziati, le speranze dei suoi bambini. — Dwight David Eisenhower

Dobbiamo disobbedire

Noi non consumiamo soltanto, in modo ossessivo: noi ci comportiamo come degli affamati nevrotici che si gettano sul cibo (i consumi) in modo nauseante. Lo spettacolo dei ristoranti di massa (specie in provincia) è insopportabile. La quantità di cibo è enorme, altro che aumento dei prezzi. La nostra ‘ideologia’ nazionale, specialmente nel Nord, è fatta di capannoni pieni di gente che si getta sul cibo. La crisi? Dove si vede la crisi? Le botteghe di stracci (abbigliamento) rigurgitano, se la benzina aumentasse fino a mille lire tutti la comprerebbero ugualmente. Si farebbero scioperi per poter pagare la benzina. Tutti i nostri ideali sembrano concentrati nell’acquisto insensato di oggetti e di cibo. Goffredo Parise, Dobbiamo disobbedire, Adelphi, 2013

Alex Kim

Immagine
“Labyrinths”, Painting, Mixed media on canvas, 2011

FramMenti

Il fatto è che quando te ne vai le persone che lasci vanno avanti con le loro vite, non aspettano che tu ritorni. Pretty Little Liars

Il cuore che ride

L a tua vita è la tua vita, non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza. Stai in guardia. Ci sono delle uscite. Da qualche parte c’è luce. Forse non sarà una gran luce ma la vince sulle tenebre. Stai in guardia. Gli dei ti offriranno delle occasioni. Riconoscile. Afferrale. Non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere la morte nella vita, qualche volta. E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà. La tua vita è la tua vita. Sappilo finché ce l’hai. Tu sei meraviglioso gli dei aspettano di compiacersi in te. Charles Bukowski

FramMenti

Lo sappiamo entrambi che le notti sono fatte per dire cose che il giorno dopo non diresti. Arctic Monkeys

Immaginazione

La mia immaginazione amava attardarsi tra naufragi e atroci privazioni, scene di morte o prigionia tra orde barbare, evocava un’intera esistenza trascorsa tra lacrime e dolori, su qualche grigio e desolato scoglio, in un oceano vergine e sconosciuto. Siffatte visioni o desideri – perché esse assurgono allo stato di veri desideri – sono comuni, mi hanno assicurato più tardi, a tutta la numerosa razza dei giovani melanconici. Al tempo di cui parlo, io le consideravo solo come profetici lampi di un destino, che mi sentivo in certa misura designato a vivere. Augustus partecipava completamente del mio stato d’animo. È probabile infatti che la nostra intima comunione si fosse risolta in un parziale scambio di nature. Edgar Allan Poe

FramMenti

A metterci nei guai non sono tanto le cose che non sappiamo. Sono le cose che crediamo di sapere, ma che non sono vere. (A. Ward)

La scoperta dell'alfabeto

La scoperta dell’alfabetoAl tramonto Ambanelli smetteva di lavorare e andava a sedersi a casa con il figlio del padrone perché voleva imparare a leggere e a scrivere. «Cominciamo dall’alfabeto» disse il ragazzo che aveva undici anni. «Cominciamo dall’alfabeto.» «Prima di tutto c’è A.» «A» disse paziente Ambanelli. «Poi c’è B.» «Perché prima e dopo?» domandò Ambanelli. Questo il figlio del padrone non lo sapeva. «Le hanno messe in ordine così, ma voi le potete adoperare come volete.» «Non capisco perché le hanno messe in ordine così» disse Ambanelli. «Per comodità» rispose il ragazzo. «Mi piacerebbe sapere chi è stato a fare questo lavoro.» «Sono così nell’alfabeto.» «Questo non vuol dire,» disse Ambanelli «se io dico che c’è prima B e poi c’è A forse che cambia qualcosa?» «No» disse il ragazzino. «Allora andiamo avanti.» «Poi viene C che si può pronunciare in due modi.» «Queste cose le ha inventate della gente che aveva tempo da perdere.» Il ragazzo non sapeva più che cosa dire. «Vogli...

FramMenti

E’ cattiva la gente che non ha provato il dolore. Perché quando si prova il dolore non si può più voler male a nessuno. — Carlo Cassola

Tuta Blu

Mentre una squadra sta smontando pezzo per pezzo gli addobbi della festa, un'altra squadra in un paese vicino senza perdere tempo, li rimonta: per illuminare un altro santo, un'altra festa. Scendono e salgono per scale precarie e paurosamente oscillanti. Il loro è un lavoro di grande pericolo e di grande pazienza. Da aprile fino ad ottobre sempre in cima ai pali indaffarati con pinze, tenaglie, martelli, cordame e ferro filato a smontare e rimontare. E poi avvitare migliaia, milioni di lampadine colorate. Quelle grosse e sporgenti, per evitare che si rompano vengono riposte in apposite casse, una per una. Quelle piccine rimangono vicino alle travature. Le lampadine sono, a basso voltaggio e cosí si sventa il pericolo dei furti, nelle case infatti il voltaggio piú alto, di 220 volts circa, e se venissero usate le lampadine delle feste, si fulminerebbero subito. Tutto l'addobbo si monta nel giro di due-tre giorni. È un lavoro pesante, ma anche di precisione: basta un errore n...

FramMenti

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. Marcel Proust

Qualche volta

Qualche volta l'uomo che sembra il più felice del mondo, con il sorriso più ampio, è quello che porta il maggiore carico di peccato. Ci sono sorrisi e sorrisi; impara a distinguere la varietà buia da quella luminosa. Colui che abbaia come una foca, che urla le sue risate, quasi sempre sta fingendo. Se l'è spassata ed è colpevole. E gli uomini amano il peccato, Will, oh, quanto lo amano, non dubitarne mai, in tutte le forme, in tutti i colori, in tutti gli odori [...] Ascolta un uomo che loda altri a voce troppo alta, e chiediti se per caso non è appena uscito da una stia. D'altra parte, quell'uomo infelice, pallido, chiuso, che sta passando, che appare tutto colpa e peccato, spesso è un brav'uomo con la B maiuscola, Will. Perché essere buoni è un impegno spaventoso; gli uomini vi sì affaticano e qualche volta si schiantano. (R. Bradbury)

Mancarsi

Vogliamo che la persona che amiamo ci dica d’essersi innamorata di noi perché un giorno, senza neanche pensarci, l’abbiamo toccata in un punto in cui non sapeva di essere sensibile, come certe carezze che arrivano molto in fondo per conto loro. «Ti amo perché ti gratti il polso in quel modo tutto tuo», questo per esempio vorremmo sentire, piuttosto che: «ti amo perché sei generoso e affidabile». C’innamoriamo di minuzie, di riflessi in cui vediamo l’altra persona come pensiamo che nessuno l’abbia mai vista e mai la potrà vedere, e custodiamo questi attimi di unicità in forma d’immagine, anche se negli anni sbiadisce; ma è a quell’immagine che chiediamo aiuto quando il nostro sentimento vacilla e dubitiamo di amare, allora la richiamiamo, e ci basta (quando ancora l’immagine è viva) ritrovare quel modo di bere a canna, tenendo la bottiglia distante dalle labbra, perché l’amore torni a insinuarsi e si riaccenda, rimettendo a posto le cose, disponendole intorno a noi nell’ordine rassicura...

FramMenti

E perché, con la scusa di essere genitori responsabili, state inculcando ai vostri figli lo stesso ethos del consumo, se i beni materiali non sono l'essenza dell'umanità: perché vi state assicurando che la loro vita sia ingombra di oggetti come la vostra, con doveri e paranoie e immissioni ed emissioni, così che l'unico scopo per cui avranno vissuto sarò quello di perpetuare il sistema, e l'unica ragione per cui moriranno sarà il fatto di essersi logorati.  Jonathan Franzen - Forte movimento

FramMenti

Contro i sentimenti siamo disarmati, poiché esistono e basta - e sfuggono a qualunque censura. Possiamo rimproverarci un gesto, una frase, ma non un sentimento: su di esso non abbiamo alcun potere.  (Milan Kundera, “L'identità”)

Lettera a Michel Pol

Lei mi chiede delle mie idee su Aspettando Godot, di cui mi fate l'onore di donare alcuni estratti al Club d'essai, e allo stesso tempo delle mie idee sul teatro. lo non ho alcuna idea sul teatro, non lo conosco affatto, non ci vado. Questo è ammissibile. Ma ciò che lo è indubbiamente meno, in queste condizioni, è soprattutto il fatto di scrivere un'opera teatrale e subito dopo averlo fatto non avere delle idee neanche su di essa. Questo, purtroppo, è il mio caso. Non è dato a tutti di poter passare dal mondo che si apre sotto la pagina a quello dei guadagni e delle perdite per poi ritornarvi nuovamente, imperturbabile, come se si passasse dal lavoro al Café du Commerce. Su quest'opera non so niente di più di chi riesce a leggerla con attenzione. Non so in quale spirito io l'abbia scritta. Sui personaggi non so niente più che ciò che dicono, ciò che fanno o ciò che accade loro. Del loro aspetto ho dovuto indicare il poco che sono riuscito a intravedere. Le bombette,...

FramMenti

Le dispute umane mi sembrano talmente insulse che ripongo la mia speranza in un monastero appollaiato in cima a una stella invisibile.  (Emil Cioran, "Finestra sul nulla")

Wakefield

Mi ricordo di una storia, raccontata come vera da qualche vecchia rivista o giornale che si fosse: di un uomo – chiamiamolo Wakefield – che si assentò per un lungo periodo dalla propria moglie. Non è azione che, astrattamente considerata, sia infrequente, né senza attenta distinzione di circostanze si potrebbe dichiararla cattiva o assurda. Comunque, tale delitto coniugale è il più strano, se non il più grave esempio, da noi conosciuto; e difficilmente un capriccio più notevole potrebbe trovarsi in tutta la varietà dei ghiribizzi umani. I coniugi abitavano a Londra. Il marito, col pretesto di intraprendere un viaggio, si allogò in una strada vicina alla sua casa, e qui, all’insaputa della moglie e degli amici e senz’ombra di ragione per siffatta autoreclusione, dimorò oltre vent’anni. Nathaniel Hawthorne

FramMenti

L'unico modo per affrontare questo mondo senza libertà è diventare così assolutamente libero che la tua sola esistenza sia un atto di ribellione.  (Albert Camus)

L’obsolescenza dell’uomo

Per soffocare in anticipo ogni rivolta, non bisogna farlo in modo violento. I metodi come quelli di Hitler sono superati. Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più in mente agli uomini. L’ideale sarebbe formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate. In secondo luogo, si prosegue il condizionamento riducendo drasticamente l’istruzione, per riportarla ad una forma di inserimento professionale. Un individuo ignorante ha solo un orizzonte di pensiero limitato e più il suo pensiero è limitato a preoccupazioni mediocri, meno può ribellarsi. L’accesso alla conoscenza deve diventare sempre più difficile ed elitario, il divario tra il popolo e la scienza deve aumentare, l’informazione destinata al grande pubblico anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo. Soprattutto niente filosofia. Ancora una volta bisogna usare persuasione e non la violenza diretta: attraverso la televisione si di...

FramMenti

Se vuoi sentirti sicuro, comincia pensando che non lo sarai mai. Che non esiste alternativa al flusso continuo di vita e morte, gioia e dolore, ascesa e caduta. Ne fai parte, felicemente se lo accetti, tristemente se ti opponi. Ma hai perso in partenza, perché stai combattendo avversari molto più forti di te: il destino, il corso dell'esistenza, il tempo. Non devi arrenderti, devi soltanto cambiare strategia. Assumere la forma dell'acqua e non quella della pietra. Tutti i muri si sgretolano, prima o poi. Il fiume va. E va al mare.  (cit. Gabriele Romagnoli, “Solo bagaglio a mano”)

La virtù

La virtù è fatta di armonia: tutte le opere del saggio sono a essa conformi e consone. Questa, però viene a mancare se lo spirito, che deve mantenersi al di sopra di tutto, si lascia sopraffare dai lutti o dal rimpianto. Tutte le ansie, le preoccupazioni, l’inerzia operativa sono contrarie alla virtù; la virtù è serena, libera, imperturbabile, pronta al combattimento. E come? Il saggio non si turberà mai? Non sbiancherà in viso, non avrà l'espressione sconvolta, non rabbrividirà? Non avrà nessun'altra di quelle manifestazioni originate da un inconsulto impulso naturale e non dai comandi della ragione?" Certo; ma sarà sempre convinto che non si tratti di un male e che di fronte a esso una mente sana non debba soccombere. Farà quanto deve con coraggio e prontezza. Lucio Anneo Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, Libro 8, 62-65. Fratelli Limbourg, L'uomo anatomico con la fascia dei segni zodiacali, Les Très Riches Heures du duc de Berry. Ms.65, f.14v., 1416.

FramMenti

Guardare troppo lontano è un errore. Se uno guarda lontano, non vede quello che ha davanti ai piedi, e finisce per inciampare. Ma anche concentrarsi troppo sui piccoli dettagli che si hanno sotto il naso non va bene. Se non si guarda un po’ oltre, si va a sbattere contro qualcosa. Perciò è meglio sbrigare le proprie faccende guardando davanti a sé quanto basta, e seguendo l’ordine stabilito passo dopo passo. Questo, in tutte le cose, è il punto fondamentale.   Haruki Murakami - Kafka sulla spiaggia

Quando nomino Auschwitz

Ancora oggi, il sangue mi si gela nelle vene quando nomino Auschwitz. Quando sono entrato nella baracca ho visto degli scheletri viventi che giacevano sui letti a castello a tre piani. Come in una nebbia, ho sentito i miei soldati dire: «Siete liberi, compagni!». Ho la sensazione che non capiscano e comincio a parlargli in russo, polacco, tedesco, nei dialetti ucraini. Mi sbottono il giubbotto di pelle e mostro loro le mie medaglie… Poi ricorro allo yiddish. La loro reazione ha dell’incredibile. Pensano che stia provocandoli; poi cominciano a nascondersi. E solamente quando dissi: «Non abbiate paura, sono un colonnello dell’Esercito sovietico e un ebreo. Siamo venuti a liberarvi» […] Finalmente, come se fosse crollata una barriera… ci corsero incontro urlando, si buttarono alle nostre ginocchia, baciarono i risvolti dei nostri cappotti e ci abbracciarono le gambe. E noi non potevamo muoverci; stavamo lí, impalati, mentre lacrime impreviste colavano sulle nostre guance. La testimonianza...

FramMenti

Ma cosa gliene importa alla gente di come stai, di come ti senti e di cosa provi. Niente! Credimi, assolutamente niente! Non farti pensieri, inutili problemi per tutti, tanto veramente in pochi se ne faranno per te. Troppe persone ormai guardano solo ciò che gli conviene guardare e vanno solo dove gli conviene andare. Tu sei pazza se credi che farti in quattro per chiunque serva ancora a qualcosa. Risparmia le tue energie per te stessa e per chi merita, credimi ci guadagni salute, tempo e umore.   Silvia Nelli 

Poesia dell'amore inevitabile

Tu arrivasti alla mia anima quando era dimenticata: le porte divelte, le sedie nel canale, le tende cadute, il letto sradicato, la tristezza curata come un vaso di fiori. Con le tue piccole mani di donna laboriosa ponesti tutte le cose in fila: lo sguardo al suo posto, al suo posto la rosa, al suo posto la vita, al suo posto la stuoia. Lavasti le pareti con uno straccio bagnato nella tua chiara allegria, nella tua fresca dolcezza, collocasti la radio nel luogo appropriato e pulisti la stanza di sangue e spazzatura. Ordinasti tutti i libri dispersi e stendesti il letto nel tuo enorme sguardo, accendesti le povere lampade spente e lucidasti i pavimenti di legno consumato. Fosti d’un tratto enorme, ampia, potente, forte: sudasti grandi fatiche lavando arnesi vecchi. Apprendesti che nella mia anima d’avanzo era la morte e la tirasti all’orto con pezzi di specchio. Jorge Debravo 

FramMenti

Viviamo in un mondo dove il funerale è più importante del morto, il matrimonio più dell'amore, e il corpo più dell'intelletto. Viviamo la cultura del contenitore che disprezza il contenuto. (Eduardo Galeano)

Come un abete giovane carico di neve

Si andava con la testa bassa, uno dietro l'altro, muti come ombre. Era freddo, molto freddo, ma, sotto il peso dello zaino pieno di munizioni, si sudava. Ogni tanto qualcuno cadeva nella neve e si rialzava a fatica. Si levò il vento. Dapprima quasi insensibile, poi forte fino a diventare tormenta. Veniva libero, immenso, dalla steppa senza limiti. Nel buio freddo trovava noi, povere piccole cose sperdute nella guerra, ci scuoteva, ci faceva barcollare. Bisognava tenere forte la coperta che ci riparava la testa e le spalle. Ma la neve entrava da sotto e pungeva il viso, il collo, i polsi come aghi di pino. Si camminava uno dietro l'altro con la testa bassa. Sotto la coperta e sotto il camice bianco si sudava ma bastava fermarsi un attimo per tremare di freddo. Ed era molto freddo. Lo zaino pieno di munizioni ad ogni passo aumentava di peso; pareva, da un momento all'altro, di dover schiantare come un abete giovane carico di neve. Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve, 1...

FramMenti

 E avvertii forte il trascorrere del tempo. Non il tempo delle nuvole e del sole e della pioggia e il passare delle stelle ornamento della notte, non il tempo delle primavere dentro il tempo delle primavere e il tempo degli autunni dentro il tempo degli autunni, non quello che mette foglie sui rami o quello che le strappa via, non quello che increspa e leviga e colora i fiori, ma il tempo dentro di me, il tempo che non si vede e ci impasta. Quello che ruota e ruota in cuore e lo fa ruotare con sè, e ci va cambiando dentro e fuori e lentamente ci va riducendo come saremo l'ultimo giorno. Mercé Rodoreda, La piazza del Diamante

Less is more

Nel Simposio Platone descrive la nascita di Eros come il risultato di una festa piuttosto turbolenta, data dagli dèi in onore della nascita di Afrodite: era presente Pòros (Espediente) figlio di Metis (Sagacia) che, come tutti i personaggi del dialogo di Platone, amava bere parecchio. Ubriacatosi di nettare, si addormentò in giardino, dove Penìa, la povertà, approfittò di lui. Come abbia fatto Penìa a fare l’amore con Pòros mentre era addormentato non è poi così importante. Il risultato di quel pomeriggio di festa fu la nascita di Eros, intelligente e scaltro come il padre, affamato come la madre. Di tutti i miti platonici, forse questo è il più bello. Sicuramente è il più vicino all’arte di non avere niente, perché è fondamentale per comprendere come il coraggio della povertà sia necessario per ottenere quel che realmente desideriamo. Soltanto Penìa ci libera dai ricatti della proprietà, e soltanto Pòros orienta i nostri desideri in maniera razionale. Se Penìa non genera Eros, se rima...

FramMenti

In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro. A tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare... A questa antropologia del vincente, preferisco di gran lunga chi perde. È un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco. Pier Paolo Pasolini

Considerazioni inattuali

Osserva il gregge che pascola davanti a te: non sa che cosa sia ieri, che cosa sia oggi: salta intorno, mangia, digerisce, salta di nuovo. È così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato brevemente con il suo piacere ed il suo dispiacere, attaccato cioè al piolo dell'attimo e perciò né triste né annoiato… L'uomo chiese una volta all'animale: "Perché mi guardi soltanto senza parlarmi della felicità?" L'animale voleva rispondere e dice: "Ciò avviene perché dimentico subito quello che volevo dire" – ma dimenticò subito anche questa risposta e tacque: così l'uomo se ne meravigliò. Ma egli si meravigliò anche di se stesso, di non poter imparare a dimenticare e di essere sempre accanto al passato: per quanto lontano egli vada e per quanto velocemente, la catena lo accompagna. È un prodigio: l'attimo, in un lampo è presente, in un lampo è passato, prima un niente, dopo un niente, ma tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un istant...

FramMenti

Esiste anche una seconda forma della nostalgia che assomiglia di più a una specie di visitazione. E la nostalgia-gratitudine. In questi casi il passato ci visita e ci porta luce, ci ricorda non qualcosa che è morto e impossibile da avere, ma la bellezza e lo splendore di ciò che abbiamo vissuto e dal quale possiamo continuare ad attingere linfa vitale. È la nostalgia al servizio della vita e non della morte Massimo Recalcati

Il silenzio della ragione

Tutti erano indifferenti, qui, quelli che desideravano salvarsi. Commuoversi, era come addormentarsi sulla neve. Avvertita dal suo istinto più sottile, la borghesia non smetteva di sorridere, e urtata continuamente dalla plebe, dai suoi dolori sanguinosi, dalla sua follìa, resisteva pazientemente, come un muro leccato dal mare. Non si poteva prevedere quanto questa resistenza sarebbe durata. Infine, anche la borghesia aveva dei pesi, ed erano l'impossibilità di credere che l'uomo fosse altra cosa dalla natura, e dovesse accettare la natura in tutta la sua estensione: erano l'antica abitudine di rispettare gli ordinamenti della natura, accettare da essa le illuminazioni come l'orrore. Dove nel popolo scoppiava di tanto in tanto la rivolta, e dalle alte mura della prigione uscivano bestemmie e rumore di pianti, qui la ragione taceva in un silenzio assoluto, temendo di rompere con una benché minima osservazione l'equilibrio in cui ancora la borghesia si reggeva, e vede...

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