Mi hanno ordinato: Devi togliere subito quei testi dagli scaffali

PREGANZIOL (Treviso) — Lucia ama i libri. «Quasi tutti i soldi che guadagno come bibliotecaria li spendo per quello: libri». Lavora tra i libri da vent’anni e per un libro, ora, si è dovuta trovare un avvocato. «Mi è stato detto: togli Saviano dagli scaffali, volontà superiori. Ho chiesto se ci fosse un ordine scritto emi è stato risposto che "non si tira su un casino per un libro"». Ma il casino è scoppiato comunque ed ora a difenderla c’è solo la sua parola, contro quella di chi la accusa di aver ordito un complotto. Perché Lucia Tundo (non Barbara, come erroneamente scritto ieri) è la bibliotecaria al centro del «caso Saviano» esploso a Preganziol. Quella delle «strane coincidenze» su cui ha fatto leva il sindaco Sergio Marton per difendersi e spiegare che lui mai e poi mai s’è sognato di censurare l’autore di Gomorra, «una cosa da dementi». E’ lei l’ultima ad aver preso il libro, appena questo era rientrato da un prestito, il 4 dicembre. «L’ho tenuto con mefino al 16 dicembre - racconta Lucia (nella foto in alto) - volevo evitare che tornasse sullo scaffale» da dove pare che nel frattempo fossero spariti gli altri due titoli di Saviano, l’audiolibro di Gomorra e la conversazione con Langewiesche che però, secondo il sindaco e la direttrice della biblioteca Gioia Rizzotto, non si sarebbero mai mossi da lì. «L’ho fatto per salvarlo, non volevo che facesse la fine degli altri. L’ho tenuto d’occhio fino al 23 dicembre, quando sono partita per le vacanze».

Una volta tornata, il 7 gennaio, Lucia non ha più trovato il libro al suo posto: «Non era in prestito e non era su un altro scaffale, ho battuto la biblioteca palmo a palmo». Chi l’ha preso, assicura, non lo sa. «Mi sono infuriata e mi sono sfogata sul blog della Lipperini, con un commento anonimo». Un segreto che non è durato a lungo, visto che qualche giorno dopo è arrivata a Preganziol una troupe del Tg3. «C’è chi dice che la cosa era organizzata, che l’ho pilotata io, ma non è vero: sono arrivati assicurando che ci avrebbero chiesto i libri degli autori pro Battisti ed io ero anche contenta, perché li abbiamo tutti. E invece la ragazza che era con loro mi ha chiesto di Gomorra. Ed è successo quello che è successo: ho sbagliato, non avrei dovuto farli entrare». Lucia è sconvolta, un moto d’indignazione s’è trasformato in una buriana che non riesce più a controllare. Giovedì hanno persino organizzato una manifestazione a suo sostegno, di fronte alla biblioteca: lei non ci andrà perché l’avvocato le ha consigliato di stare lontana dai flash. E c’è chi l’accusa di essere una «comunista», una «di sinistra », e per questo avrebbe ordito la sceneggiata anti padana. «Non faccio mistero delle mie opinioni politiche ma pensare che possa aver architettato tutto questo è una follia. Vivo male, non dormo la notte. Certo è che al giorno d’oggi, se provi ad alzare la testa, ti massacrano».

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