Doni

Il dono è un gentile atto di presunzione. Invade lo spazio altrui con la pretesa: sono tuo. Che sia utile o no, esige che uno si occupi di lui. Ci sono persone che non sanno ricevere un dono, tra queste anch’io. Il mio grazie è anemico, meccanico. Mi piace però il gesto di porgere il regalo, il moto di premura, bello come quello di restare in ascolto di una persona. Di mio preferisco regalare vino, che è un modo di essere ricordato brevemente, a sorsi. Non me la sento di fare il pedante rimprovero al Natale ridotto a merci in faccia. Ho smesso di occuparmene da quando la morte di mio padre è stata un “rompete le righe”. Però fu bello per un bambino di Napoli avere in casa per un mese un legno resinoso che dava allegria di boschi. L’abete sacrificale abbattuto sui monti e addobbato a palline era la natura scesa a renderci migliori col suo odore di cieli aperti e nevi. Gesù bambino era un legno tagliato e venduto per strada.
In fine per me la scrittura è un dono, che mi faccio a prezzi modici. Che possa esserlo anche per lo sconosciuto che legge, resta per me una sorpresa, mai potrò abituarmi. È uno di quegli scambi, incontri di fortuna, improvvisati, a distanza, come versare vino in un bicchiere lontano.
Erri De Luca, Alzaia

Commenti

  1. La scrittura è un dono
    a prezzi modici
    come quel vino versato
    che si gusta a sorsi
    poi? Niente resta
    niente più di un pensiero
    se resta eccome
    resta. Un dono.
    La scrittura è un dono
    che faccio io, che faccio
    forse non gradito, ma
    è discreta sai, e
    come un sorso di vino
    passa e se ne va.
    Rovena Bocci

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