Quella tua fotografia l’ultima

Quella tua fotografia, l’ultima,
l’ho lasciata sul muro, tra le due finestre,
al di sopra, della televisione disamorata,
e la sera, nel golfo di tetti a sinistra
della chiesa, quando la luce,
si concentra, quella che scivola,
allo stesso tempo, in due estuari obliqui,
e immutabili, nell’immagine.
Io mi siedo, su quella sedia da dove si vede,
contemporaneamente l’immagine interiore la fotografia,
ed intorno ad essa, ciò che mostra,che la sera,
soltanto, coincide, per la direzione della luce, con essa,
se non fosse che, a sinistra, nell’immagine, tu guardi.
Verso il punto dove io mi siedo, a vederti,
invisibile adesso nella luce, della sera,
pesante, sul golfo di tetti tra le due finestre, ed io.
In assenza del tuo sguardo, che fissa, nell’immagine,
il pensiero di quell’immagine, a questo dedicata,
alle sere di adesso senza di te, a fuoco.
Vacillante dal dubbio di ogni cosa.
Jacques Roubaud

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