La nera

New York, 2 luglio 1954. E’ notte. Mildred Oakes, una vedova di quarantacinque anni, ha deciso di suicidarsi. E’ seduta in camicia da notte sul davanzale di una finestra al quinto piano di un albergo di Manhattan e minaccia di buttarsi di sotto. Dalla strada, dove circa cinquemila persone stanno assistendo alla scena, la polizia la illumina con i proiettori mentre alle sue spalle agenti e pompieri cercano di farla ragionare. Le parlano con dolcezza per tranquillizzarla, per convincerla a rientrare nella stanza, ma lei non ne vuole sapere. Anzi, continua a ripetere che, se solo cercheranno di avvicinarsi, spiccherà il salto. La tensione è alta e la situazione sembra essere arrivata a un punto di stallo. Poi, a un tratto, il telefono della camera si mette a squillare. Tutti hanno un sussulto, ma nessuno, come rispettando un tacito accordo, va a rispondere. In bilico sul davanzale, la vedova Oakes prega gli agenti di sentire chi è , ma nessuno si muove. La scena si ripete per tre, quattro volte, ma nessuno alza la cornetta. Finché vinta dalla curiosità, Mildred Oakes non abbandona il davanzale e salta all’interno della camera. Dove viene prontamente agguantata e tratta in salvo.

Dino Buzzati

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