Mitologia degli Alberi

Un brano di Tacito dimostra che presso i Germani del suo tempo (Primo sec.d.C) esisteva già lo sciamanesimo: "Presso i Naarvali (tribù che risiedeva vicino alla Vistola) si fa vedere un bosco sacro, in cui si celebra un antico rito religioso. A questo rito presiede un sacerdote adorno con femminile acconciatura. "Si trattava di uno sciamano per il quale il travestimento non è raro. Molti di loro indossano infatti abbigliamento femminile e hanno una condotta sessuale ambigua. Non si tratta per lo più di inversione vera e propria, ma piuttosto la manifestazione di uno stato di androginia. La valorizzazione della androginia originaria, fondamentale dell'essere umano, frequente nei riti di passaggio nel corso dei quali "il principio femminile viene affermato nel candidato nel momento stesso in cui sta per spogliarsene", è associata da tutte le tradizioni alla conquista di poteri che oltrepassano la condizione comune e per ciò la separazione dei sessi.
Lo sciamano deriva i suoi doni dall'Albero cosmico, che per natura è ermafrodito, come lo sono gli dei creatori, i quali possiedono la sessualità totale e quindi l'integralità di un potere ancora indiviso.
Come i Germani e gli Scandinavi, le popolazioni siberiane credono nell'esistenza di un albero sacro che si erge al centro del mondo. Per gli Altaici, "sull'ombelico della terra spunta l'albero più alto, un gigantesco abete i cui rami si innalzano fino alla dimora di Bai-Ulgan", la divinità protettrice che ha sede nell'empireo.

Jacques Brosse

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