Spalle

La fregatura siede nelle cose che non capisci, ma con cui convivi. A volte guardi gli altri recitare la loro recita quotidiana e ti rannicchi di più in te stesso, e ti chiedi perché hanno avuto tutti il dono del saper vivere e invece a te è toccata l’incapacità di iniziare. Perché la realtà vuota ti pesa così tanto? Di cosa sono fatti quei pesi invisibili che trasporti? Perché non li getti nel fiume e li guardi affondare? Se ti guardi intorno e ti senti sfortunato, pensa che la sfortuna, come ogni parola che indica una situazione che parole non dovrebbe avere, è sopravvalutata e inesistente; ciò che tu chiami sfortuna è in realtà l’incapacità di nascondersi: certo, nascondersi, tu che diventi una tartaruga appena qualcuno ti parla, tu che arrossisci anche se a farti un’affermazione inopportuna sia il tuo stesso pensiero. Sei incapace di nasconderti a quei pensieri che ti picchiettano la spalla per farsi pensare. La tristezza è una donna dall’ego infinito, è come ogni donna talvolta è un’egoista che vuole solo che la tua vita sia piena d’attenzioni nei suoi confronti. Non darle soddisfazioni, perché non verrai mai ripagato, se non con solitudine e incubi. E allora che fare? Il segreto è che non ci sono segreti per vivere meglio: il senso, lo scopo, capire queste cose è qualcosa che non ti aiuterà a portare pesi, né tanto meno ti aiuterebbe ad alzarti se tu dovessi cadere. Trova solo qualcosa che funziona e ripetila all’infinito, o fino alla noia, e cerca di non pensarci, o girarti di spalle se qualcuno ti chiama.

Roberto Dragone

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