Forse

“Scrivi, ti prego. Due righe sole, almeno, anche se l’animo è sconvolto e i nervi non tengono più. Ma ogni giorno. A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi. Lo scrivere è una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca. Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. Scrivi, scrivi. Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà salvare. (Forse.)”

Dino Buzzati - 26 ottobre 1957

Commenti

  1. Vale per tutti, questa accorata invocazione, anche per chi non scrive per mestiere? Quante cose orrende leggo in rete, e mi chiedo se vale la pena scrivere per dire cazzate senza senso che non servono a nessuno.

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  2. Ogni tanto sorge un dubbio anche a me verso l'imperativo della scrittura. E' quando, nell'incertezza del risultato, ruba tempo alla lettura di un libro, a una parola con una persona cara, alla visione di un film. Solo che poi, se non si prova mai, si perde il piacere che ogni tanto si riesce a costruire.

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