Niente trucchi da quattro soldi

... Nessuna delle storie che scrivo è mai successa veramente, ma le storie non nascono dal nulla. Devono venire da qualche parte, almeno le storie degli scrittori che ammiro di più. Hanno qualche punto di riferimento nel mondo reale. E così è per quel racconto ["Nessuno diceva niente"]. Una volta, quando ero ragazzo, andando a pesca ho preso davvero una trota che dava decisamente sul verde. Non avevo mai visto una trota del genere, era lunga una trentina di centimetri. Un'altra volta, ho visto veramente un pesce che chiamavamo testa di ferro, una trota testa di ferro che era arrivata al mare e poi era tornata nell'acqua fresca, si era infilata in un fiumiciattolo ed era rimasta arenata lì. Ma quella volta non ho fatto niente. Non l'ho presa, quella lì. E in un'altra occasione ancora mi sono diviso veramente un pesce a metà con un altro ragazzino. Ma non era una trota testa di ferro. Era uno storione, uno storione di quattro o cinque chili, che si era andato a infilare chissà come in quel fiumiciattolo. Lo abbiamo tirato su e ce lo siamo diviso. Il resto del racconto l'ho messo insieme come si fa per qualunque racconto: è come una palla di neve che rotola a valle. Cioè, mentre rotola ci si aggiunge sempre più roba. Quelli erano episodi di quando ero piccolo: ci sono certi ricordi che in qualche modo ti si radicano dentro e non te li dimentichi più. Te li porti appresso per anni e anni. Quando avevo trent'anni, quelle esperienze, quel particolare periodo della mia vita, attiravano moltissimo la mia attenzione. Quando ho scritto quel racconto, sapevo di aver scritto qualcosa di speciale. Non è una cosa che mi capita sempre. Ma quella volta mi sono reso conto che avevo toccato un tasto particolare. sapevo cosa avevo per le mani.
Da dove vengono i personaggi:

... Vi posso raccontare un po' di cose su quel racconto ["Provi a mettersi nei miei panni"] . Io e la mia ex moglie prendemmo veramente in affitto una casa da una coppia che doveva partire per l'Europa. E non incontrammo mai di persona i proprietari , perché il tutto passò per un intermediario. Ma le cose che succedono nel racconto, il racconto nel racconto, quelle no, non sono mai successe. Quando scrissi il racconto, mi ricordo che eravamo sotto Natale, c'erano davvero i cantori per strada e cose del genere. E poi, vediamo... c'è anche un altro fatto vero che è finito dentro il racconto. Una volta che eravamo all'estero, verso la fine degli anni Sessanta, ci fu una signora che non so più per quale strano giro di circostanze venne ad abitare per un certo periodo in casa nostra. Si ammalò e dovemmo prenderci cura di lei per due o tre giorni. Portarle la minestra. E a un certo punto cominciò a comandarci a bacchetta, della serie: Ehi, questa minestra è troppo fredda! Insomma, era un fatto abbastanza strano in se, e sicuramente degno di costruirci sopra un altro racconto. Non riuscivo a togliermelo dalla testa. Tipo: cosa sarebbe successo se quella signora fosse morta in casa nostra? Perché era una donna piuttosto anziana... E così, tutte queste cose sono finite dentro il racconto.
Una riga qui, una parola lì...:

... È un continuo processo di collegamento, le cose cominciano a collegarsi fra loro. Una riga qui, una parola lì. Roba che ho sentito o visto quando avevo sedici anni, o quaranta. Non potrei mai scrivere un racconto su Art, il mio vicino di casa. Ma magari un giorno, scrivendo un racconto, mi capiterà di metterci Art che esce sulla veranda e dice: "Sto facendo le pulizie di primavera". E può darsi che l'immagine mi torni di nuovo in mente a distanza di tempo, riferita a un personaggio del tutto diverso, che ha la metà dei suoi anni: "Sto facendo le pulizie di primavera. Che giornata, eh?" E potrebbe andare a finire nel racconto. Magari si tratterà di un giovanotto nero di trent'anni, che però fa lo stesso gesto di Art. Oppure, per fare un altro esempio, qualche tempo fa ho sentito dire che Art urinava sangue. Aveva un qualche disturbo alla vescica. Quella è un' altra cosa che mi rimasta impressa. E allora un personaggio di qualche mio racconto, un personaggio a cui mi sento molto legato, magari lo farò urinare sangue.

Raymond Carver da "Niente trucchi da quattro soldi" Edizioni Minimum Fax, 2002 trad. di R.Duranti

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