La città vecchia

Questa è una canzone che risale al 1962, dove dimostro di aver sempre avuto - sia da giovane che da anziano - pochissime idee, ma al contempo fisse. Nel senso che in questa canzone già esprimo quello che ho sempre pensato: che ci sia ben poco merito nella virtù e ben poca colpa nell’errore, anche perché non ho ancora capito bene, malgrado i miei cinquantotto anni, cosa sia esattamente la virtù e cosa sia esattamente l’errore. Perché basta spostarci di latitudine e vediamo come i valori diventano disvalori e viceversa. Non parliamo poi dello spostarci nel tempo, c’erano morali nel Medioevo o nel Rinascimento che oggi non sono più assolutamente riconosciute. Oggi noi ci lamentiamo, vedo che c’è un gran tormento sulla perdita dei valori… Bisogna aspettare di storicizzarci; io penso che non è che i giovani di oggi non abbiano valori, hanno sicuramente dei valori che noi non siamo ancora riusciti a capire bene perché siamo troppo affezionati ai nostri. Tutto questo per dire che io non ho nessuna verità in cui credere, che non ho nessuna certezza in tasca e quindi non la posso nemmeno regalare a nessuno, va già molto bene se riesco a regalarvi qualche emozione.

Fabrizio De André

Commenti

  1. E sono queste parole il più grande valore che ci ha lasciato.
    Grazie!
    Ciao,
    Lara

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  2. mi piacerebbe sapere a che periodo della sua vita risale questo commento, così attualissimo anche ora...

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