La Nausea

[…] eravamo giovani; adesso sarei abbastanza vecchio per commuovermi della giovinezza degli altri. Ma non mi commuovo. […] Li sento così lontani da me: il calore li illanguidisce, e in cuor loro essi inseguono lo stesso sogno, un sogno così dolce, così languido. Si sentono a loro agio, guardano con fiducia i muri gialli, la gente, trovano che il mondo è bello così com’è, proprio così com’è, e ciascuno dei due, provvisoriamente, attinge il senso della propria vita in quella dell’altro. Fra poco, quei due non faranno più che una vita lenta e tiepida che non avrà più alcun senso - ma loro non se ne accorgeranno. Hanno l’aria di farsi soggezione a vicenda. Alla fine, il giovanotto, con aria goffa e risoluta, prende con la punta delle dita la mano della sua compagna. […] Sì, sono felici. E poi?

Sartre

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