La noia

Ciò che mi colpiva, soprattutto, era che non volevo fare assolutamente niente, pur desiderando ardentemente fare qualche cosa. Qualsiasi cosa volessi fare mi si presentava accoppiata come un fratello siamese al suo fratello, al suo contrario che, parimenti, non volevo fare. Dunque, io sentivo che non volevo vedere gente ma neppure rimanere solo; che non volevo restare in casa ma neppure uscire; che non volevo viaggiare ma neppure continuare a vivere a Roma; che non volevo dipingere ma neppure non dipingere; che non volevo stare sveglio ma neppure dormire; che non volevo fare l’amore ma neppure non farlo; e così via. Dico sentivo, ma dovrei dire piuttosto che provavo ripugnanza, ribrezzo, orrore. Ogni tanto, tra queste frenesie della noia, mi domandavo se per caso non desiderassi morire; era una domanda ragionevole, visto che vivere mi dispiaceva tanto. Ma allora, con stupore, mi accorgevo che sebbene non mi piacesse vivere, non volevo neppure morire. Così, le alternative accoppiate che, come in un funesto balletto, mi sfilavano nella mente, non si fermavano neppure di fronte alla scelta estrema fra la vita e la morte. In realtà, come pensavo qualche volta, io non volevo tanto morire quanto non continuare a vivere in questo modo.

Alberto Moravia

Commenti

  1. Non continuare a vivere in questo modo, ovvero, fare agire, per non attendere di perire. In questo modo. La noia del non vissuto o l'aspettativa del cambiamento nel vivere allora?

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