Rischio

Vivendo il desiderio, compromettendosi, divenendone complice, fino a lasciarsi prendere, sommergere e paralizzare, il corpo è travolto da quella passione che non attende solo la visione del corpo dell’altro, ma anche e soprattutto la rivelazione di sé come corpo desiderato da altri.

Nel desiderio dell’altro è infatti segretamente custodita la possibilità per il mio corpo di trascendersi.

Allora il corpo si fa carne, ma non con la freddezza di chi si sta appropriando della carne dell’altro, ma con l’esitazione di chi sente la sua identità in pericolo.
Se trascendersi è valicare la propria solitudine, non mi è dato di sapere ciò che sarò nella carne dell’altro, ma certamente non sarò più ciò che sono.
La mia identità in pericolo rende il mio corpo esitante, maldestro, insicuro, non per imperizia, ma per la vertigine che accompagna la scoperta di quegli aspetti di me che solo l’altro può svelarmi.
Nella mia esitazione c’è il dramma di ogni trascendenza, che consiste nel sapere qualcosa di sé per dono dell’altro.

Chi non vuole correre questo rischio conosce l’amore non come un nuovo modo d’essere, ma come la ripetizione di un antico modo d’avere…

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