Geometrie di libertà

Una fortuna che mi assiste in questa condizione è sapere di essere un Indio, un Nativo appartenente a una cultura millenaria. Tutti gli esseri umani lo sono, senza dubbio, ma io, avendo la sorte di essere nato Sardo, sono facilitato nel riconoscere le matrici di molti miei comportamenti. Sono dotato di una lingua “altra” e ho un metro del mondo che non prescinde mai dalla mia insularità congenita: provengo da una terra riconoscibile che ha confini certi. Ogni mio spostamento nel mondo può avvenire solo se valico quei confini e lo posso fare solo se sono dotato di un’adeguata attrezzatura psicologica. Per l’isolano ogni trasferimento verso la terraferma diviene il vero passaggio di una barriera reale, tangibile. Nel poter concretamente riconoscere e affrontare la barriera sta il vantaggio: sapere che c’è sempre un oltre, un distacco e il salto, sono condizioni a cui veniamo inconsciamente addestrati sin dalla nascita. In più, la consapevolezza dell’Indio è anche il metro necessario per convivere armonicamente su ogni terra con i suoi abitanti; è da sperare che ognuno, in ogni contesto, ne acquisisca i parametri così da formare una coscienza individuale e collettiva non prevaricatrice. E queste parole già contengono Utopia.

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