Il senso del tempo

In equilibrio fra incertezze e ignoranza, fra passati molto remoti e un futuro incerto, gli antropologi avrebbero potuto trovarsi nella situazione in cui si trovano gli archeologi dinanzi ai loro scavi - alcuni cedettero forse a questa tentazione - se coloro che essi osservavano non avessero fatto loro comprendere, all’occasione, che volevano anch’essi pensare al proprio avvenire, suggerendo persino, attraverso le mille giravolte dell’invenzione mitica, del rito o della ribellione, che esisteva un solo avvenire per tutti, un avvenire da condividere. Gli antropologi si trovano oggi dinanzi alla sodaglia che si estende all’intero pianeta, sentono che l’inventario delle rovine non è un fine in sé e che quella che veramente conta è l’invenzione, anche se sottoposta a enormi pressioni e a effetti di dominazione che ne minacciano l’esistenza. L’umanità non è in rovina, è in cantiere. Appartiene ancora alla storia. Una storia spesso tragica, sempre ineguale, ma irrimediabilmente comune.

da Rovine e macerie di Marc Augé

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