La vita istruzioni per l’uso

Ma crescendo, il trapezista si faceva sempre più esigente. Inizialmente, spinto solo dall’ambizione di perfezionarsi, e poi, dall’abitudine ormai tirannica, aveva organizzato la propria vita in modo da potersene stare sul trapezio notte e giorno per tutto il tempo che lavorava nello stesso posto. Il problema diventava più difficile da risolvere quando i contratti scadevano e il trapezista doveva cambiare città. L’impresario faceva di tutto per abbreviare il più possibile le sue sofferenze: negli agglomerati urbani, venivano usate auto da corsa, si viaggiava di notte o all’alba a gran velocità per le vie deserte; ma sempre troppo piano per l’impazienza dell’artista; in treno gli si prenotava uno scompartimento intero dove poteva cercare di vivere un po’ come sul suo trapezio, e dormire nella retina portabagagli; quel trapezio, alla tappa successiva, veniva sistemato molto tempo prima dell’arrivo dell’acrobata, tutte le porte rimanevano spalancate e tutti i corridoi sgombri perché l’acrobata potesse senza perdere un solo secondo riconquistare le sue vette. “Quando lo vedevo posare il piede sulla scala di corda,” scrive Rorschash, “arrampicarsi rapido come il fulmine e appollaiarsi finalmente lassù, allora io vivevo sempre uno dei più bei momenti della mia vita.

Georges Perec

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